I lavoratori hanno convocato per domani 18 aprile un’assemblea a cui parteciperanno anche il Cdr e i giornalisti su invito dei sindacati nazionali e delle Rsu aziendali. «Condividiamo l’allarme e le preoccupazioni che hanno spinto i rappresentanti sindacali del personale non giornalistico a proclamare lo stato di agitazione, il blocco delle attività aggiuntive e un pacchetto di 16 ore di sciopero», si legge in una nota del Comitato di redazione.
«Con la scusa del risanamento non si rispettano nemmeno gli accordi sottoscritti con i dipendenti e – nei confronti dei giornalisti – lo stesso Cnlg, mentre i manager di Cairo Communications e de La7 si spartiscono bonus milionari», aggiunge la nota. Sulla questione interviene anche la Fnsi che «chiede al Gruppo Cairo un chiarimento urgente sulle strategie e sulle prospettive della terza tv nazionale non dimenticando che, con la scusa di un processo di risanamento l’azienda, non rispetta accordi sottoscritti con i lavoratori e specifiche previsioni del contratto di lavoro giornalistico».
Ecco di seguito il comunicato del Cdr e dei giornalisti di La7 e quello della Fnsi.
Il Cdr e i giornalisti de La7 accolgono con favore l’invito dei sindacati nazionali e delle Rsu aziendali a partecipare all’assemblea dei lavoratori dell’emittente proclamata per il prossimo 18 aprile in modo da poter unitariamente stabilire un coordinamento di tutti i dipendenti sulle tematiche comuni e le future azioni.
Condividiamo l’allarme e le preoccupazioni che hanno spinto i rappresentanti sindacali del personale non giornalistico a proclamare lo stato di agitazione, il blocco delle attività aggiuntive e un pacchetto di 16 ore di sciopero.Si tratta di preoccupazioni che ormai da mesi anche i giornalisti denunciano. La proprietà da tempo procede in un vero e proprio disinvestimento nei settori produttivi vitali dell’azienda con una cieca revisione “lineare” dei costi imposta a fornitori esterni e strutture interne. Con la scusa del risanamento non si rispettano nemmeno gli accordi sottoscritti con i dipendenti e – nei confronti dei giornalisti – lo stesso CNLG, mentre i manager di Cairo Communications e de La7 si spartiscono bonus milionari.
In questa cornice si è appreso ieri dalle agenzie dell’interesse del gruppo Cairo ad acquisire le frequenze tv nazionali del digitale terrestre. Il tutto accade in assenza di un piano industriale/editoriale, mai presentato a quasi un anno dall’acquisizione della tv da Telecom Italia Media per un prezzo simbolico e con una sostanziosa dote complessiva di circa 120 milioni di euro di “avviamento” liquidata da Telecom al gruppo Cairo.
A questo punto si ritiene necessario e indifferibile da parte dell’azienda un chiarimento sulle strategie e sulle prospettive future de La7 terza televisione nazionale che opera attraverso le frequenze assegnate dallo stato che – è bene ricordarlo – costituiscono un bene pubblico.
E’ condivisa dalla Fnsi la preoccupazione sul disinvestimento di interi settori produttivi a La7 annunciata dai lavoratori. Con la logica di tagli lineari dei costi imposta a fornitori esterni e a decisive strutture interne dell’emittente, si mette a rischio un pezzo importante dell’informazione del nostro Paese. Il Sindacato nazionale dei giornalisti è, dunque, al fianco del Cdr e delle Rsu aziendali nella battaglia contro l’impoverimento di questa importante voce.
La Fnsi, quindi, chiede al Gruppo Cairo un chiarimento urgente sulle strategie e sulle prospettive della terza tv nazionale non dimenticando che con la scusa di un processo di risanamento l’azienda non rispetta accordi sottoscritti con i lavoratori e specifiche previsioni del contratto di lavoro giornalistico, nonostante gli impegni assunti. L’informazione è un bene pubblico e per questo la Fnsi è al fianco dei lavoratori e dei colleghi dell’emittente nella loro giusta battaglia.
Fonte: primaonline.it
Aggiornamento 22/04/2014:
In una nota del 18 aprile i segretari regionali Roma/Lazio Dino Oggiano e Fabio Scurpa (Slc-CGIL), Fabio Mignozzi (Fistel-Cisl) e Stefano Ricci (Uilcom-Uil) hanno annunciato che l’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici di La7 ha votato a grande maggioranza la proclamazione di una intera giornata di sciopero per il giorno 9 maggio 2014.
«Lo sciopero – si legge in una nota – è stato proclamato a seguito delle forti difficoltà riscontrate nel tavolo di trattativa con la proprietà, in cui si richiedevano l’estensione dei diritti e del contratto aziendale ai neo assunti e ai precari, oltre al pagamento di un premio di risultato e alla presentazione di un piano industriale in grado di delineare gli scenari futuri e le prospettive dell’emittente». Le organizzazioni sindacali puntano il dito contro il «pesante clima d’incertezza presente in azienda, a fronte dei continui sacrifici imposti dalle politiche di risanamento e alla forte riduzione degli investimenti che rischiano di penalizzare i risultati futuri dell’emittente.
Se a questo si aggiunge che anche il cdr, in rappresentanza dei giornalisti dell’emittente, ha partecipato all’assemblea proponendo di dar vita a un coordinamento unitario interno Rsu/cdr, si capisce che la situazione in La7 rischia di diventare esplosiva». Di qui l’invito all’azienda a «riaprire il tavolo di trattativa». (Fonte: ANSA)
Matteo Bayre è un esperto di nuovi media e tv digitale, freelance Front Web Developer, SEO Specialist e Web Content Editor. Blogger per passione. Ha una laurea specialistica in Scienze della Comunicazione.
View Comments
Mi sembra lapalissiano il piano di Cairo, La7 diventerà una tv di compravendite di padelle e accessori vari. Non si spiega diversamente questo taglio netto con il passato, i giornalisti dell'emittente o si adattano al "nuovo padrone" oppure è meglio che cambino aria come hanno fatto già in tanti. Una prece.