Un lancio annunciato a colpi di promozioni (299 euro annuali, decoder in omaggio) e diritti sportivi “mordi-e-fuggi”, tra Serie BKT e Mondiale per Club FIFA 2025. Ma sotto la superficie scintillante, restano le solite incognite: banda internet, contratti capestro e quella maledetta dipendenza dall’ethernet.
DAZN punta sulla socialità forzata dei locali per compensare l’emorragia di abbonati domestici.
L’offerta include:
Peccato che il pacchetto Eurosport – presente in Germania con F1 e MotoGP – qui sia ridotto a tennis e ciclismo (l’edizione 2025 del Roland Garros e 2026 degli Australian Open, il ciclismo con il Tour de France e il Giro d’Italia). E che manchino all’appello la NBA e l’NFL, già coperte da competitor come NowTV.
La procedura di attivazione è semplice solo sulla carta:
Inoltre, il primo decoder è gratuito per chiunque inserirà il codice promozionale «1boxgratis» nel box dedicato prima di completare il flusso di registrazione.
Un dettaglio non da poco in un Paese dove il 34% dei locali ha connessioni sotto i 30 Mbps (dati AGCOM). Senza contare che molti esercizi usano ancora TV di 10 anni fa, con risoluzioni inadatte allo streaming live. E se il Wi-Fi va in tilt durante la finale? Nessun numero verde, solo chatbot e FAQ.
L’offerta a 29 € al mese (o 299 € all’anno) sembra aggressiva, ma:
Con questa mossa, DAZN mira ai 50mila locali che pagano fino a 500€/mese i pacchetti business di Sky. Ma manca l’affidabilità delle trasmissioni satellitari, un’assistenza dedicata, un catalogo sportivo completo che invece propone Sky per i bar e ristoranti. Riuscirà il Netflix dello Sport a convincere l’oste di provincia a mollare il sicuro (e caro) satellite? La scommessa è aperta. Intanto, i tecnici ADSL delle zone rurali tremano.
Matteo Bayre è un esperto di nuovi media e tv digitale, freelance Front Web Developer, SEO Specialist e Web Content Editor. Blogger per passione. Ha una laurea specialistica in Scienze della Comunicazione.