Siamo alle solite. Questa gara per le frequenze destinate alla banda larga mobile sembra che debba essere rinviata in aeternum. Non ne è stata ritrovata infatti alcuna traccia del suo bando di gara sulla Gazzetta del 25 giugno, come invece era stato annunciato dal comitato dei ministri. Il motivo potrebbe essere dovuto a un aggiustamento in corsa al disciplinare dell’Authority sugli obblighi di copertura da parte degli operatori Tlc: la pubblicazione potrebbe arrivare entro fine mese.
Non che è il primo stop, dopo mille rinvii prima della partenza, della tabella di marcia dell’asta di frequenze più ricca degli ultimi trent’anni, che dovrebbe portare a chiudere le procedure entro il 30 settembre, grazie al versamento degli introiti provenienti dalle compagnie telefoniche nel bilancio della Legge di Stabilità. Scadenza oltre la quale scatteranno i tagli lineari ai ministeri. Il rischio di un flop si fa più concreto, considerando i nodi che ancora non sono stati sciolti: quello delle emittenti locali che non vogliono cedere le frequenze da mettere a gara se non con incentivi più alti rispetto ai 240 milioni previsti. E quello delle telco che guardano con grandi perplessità a un forte investimento (il governo punta a incassare 3,1 miliardi dalla gara) senza avere nessuna certezza sui tempi di disponibilità delle frequenze. (Corriere delle comunicazioni)