Abbracciando le pubblicità Netflix diventerà una televisione normale?

La piattaforma Netflix è pronta a sposare il modello ibrido: abbonamento e pubblicità. La notizia gira da qualche mese ed è stata anticipata dai manager della società.

Il gigante dello streaming cerca formule nuove per aumentare i ricavi e fare fronte alla concorrenza sempre più agguerrita. Sarà una buona mossa o potrebbe avere effetti controproducenti? Proviamo a scoprirlo.

Modelli senza pubblicità nell’industria del gioco e dell’intrattenimento

Per prima cosa, va detto che esistono altri esempi di servizi online che hanno trovato valide alternative agli introiti pubblicitari. Ne sono un esempio i migliori provider di slot che fondano il loro modello economico sulla creazione di una comunità di giocatori: questi iscrivendosi al servizio possono sia accedere a ‘giri’ gratis senza deposito, sia versare un deposito e fruire del servizio completo.

In questo modo chi desidera giocare ha l’opportunità di provare il servizio senza limitazioni, testando la validità dell’offerta. Al contempo la piattaforma ha modo di far crescere la comunità di giocatori (anche di quelli che usano la versione premium), così da investire in nuove funzionalità che riguardano il più delle volte nuove tecnologie e misure di sicurezza informatica.

Scegliere tale tipologia di provider, infatti, consente non soltanto di giocare alle slot più innovative sul mercato, ma fornisce anche garanzie in termini di sicurezza sul trattamento dei dati personali.

Netflix risolve le difficoltà con le ads?

I dati relativi all’andamento di Netflix nel 2022 non sono incoraggianti. Si parla di una perdita di circa 200.000 abbonati nei primi tre mesi di quest’anno: sono stati così bruciati circa 70 miliardi di USD di capitalizzazione di mercato, motivo per il quale gli investitori hanno fatto causa.

La situazione richiede quindi un intervento urgente e provvedimenti risolutivi. Per trovare soluzioni, il management di Netflix guarda ai concorrenti, come Hulu e HBO. Questi ultimi offrono già dei piani di abbonamento che prevedono dei piani con pubblicità inclusa a un prezzo scontato per il cliente. In particolare, il servizio di Hulu è partito con il supporto delle pubblicità e poi ha introdotto il livello premium senza pubblicità nel 2015.

Netflix invece sembra intenzionata a percorrere la strada inversa: oltre agli abbonamenti senza pubblicità (come è successo finora), saranno disponibili opzioni a prezzo inferiore per chi vuole abbonarsi sapendo che vedrà spot pubblicitari durante, prima e dopo la riproduzione degli show preferiti.

Le ultime novità Netflix e pubblicità: fine di un’era?

Le parole del management confermano le indiscrezioni: arriva la pubblicità su Netflix e questo passaggio segnerà la fine di un’era. Nel corso dei mesi si sono susseguite dichiarazioni che non lasciano spazio al dubbio. Come quelle del capo dei contenuti di Netflix, Ted Sarandos e del co-CEO Reed Hastings. Quest’ultimo, dopo le analisi degli utili e del bilancio, ha fatto capire che i tempi saranno brevi: un anno, o forse anche meno, per il nuovo modello economico della piattaforma streaming.

“Per chi vuole ancora l’opzione senza pubblicità, saremo in grado di fornire il servizio al consumatore. Se invece si preferisce pagare un prezzo più basso, tollerando le pubblicità, Netflix avrà la possibilità di rispondere anche a questa esigenza”. Questo, in sintesi, il succo delle parole di Hastings.

Il sigillo conclusivo è stato messo dal CFO Spencer Neumann che, durante una conferenza degli azionisti di Morgan Stanley ha ribadito il concetto: “Non abbiamo nessun preconcetto assolutista contro la pubblicità. Vogliamo concentrarci sull’ottimizzazione delle entrate a lungo termine e dei profitti e vogliamo farlo in modo tale da fornire un’esperienza fantastica per i nostri abbonati”.

In conclusione, Netflix non ci obbligherà a guardare gli annunci pubblicitari, ma aggiungerà nuove opzioni di abbonamento che la prevedono e lascerà la libera scelta sui piani no-ads per i clienti già fidelizzati.

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