Diritti Tv Calcio, Vivendi (e Telecom) scendono in campo con Mediaset

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Allo studio la partecipazione alle aste sui diritti tv del calcio di Champions League ed Europa League per il triennio 2018-2021. Vivendi – Telecom è pronta a giocare da protagonista nel mercato dei contenuti sportivi.

Vivendi continua a cercare quella convergenza europea sui contenuti media che prospettava con entusiasmo prima del flop Mediaset Premium. Non c’è nulla di ufficiale, ma il colosso francese avrebbe aperto un dossier sulla gara per i diritti tv calcistici. Si punta a creare un asse franco-italiano con TIM e magari Mediaset per tentare l’exploit su produzione e distribuzione di contenuti in modo da costruire un vero e proprio colosso globale in grado di competere con i big Usa (da Netflix ad Amazon Prime) e con i futuri competitor cinesi.

Il nuovo presidente francese di Telecom, Arnaud de Puyfontaine, è ottimista e ha in mente di puntare anche sul cinema italiano. Ma l’obiettivo primario pare siano i diritti tv della Champions League e dell’Europa League, messi in gara dall’Uefa con scadenza 12 giugno. Meno interessanti per i transalpini invece i diritti di Serie A (la partecipazione all’asta indetta da Infront e Lega Calcio scade il 10 giugno).

«Una decisione non è stata ancora presa da Vivendi», ha dichiarato de Puyfontaine. Ma è una questione «di sostenibilità del business», non certo di cash, visto che Vivendi può contare «su oltre 1 miliardo di liquidità, ha un’elevata capacità di indebitamento e può anche vendere una parte di Universal». Secondo alcune fonti l’acquisizione di diritti di Champions (si dovranno sborsare almeno 600 milioni di euro) potrebbe servire soprattutto a ottenere una merce di scambio per trovare un accordo con Mediaset su Premium. Altre fonti parlano dell’obiettivo di dare a TIMVision, la piattaforma online tv di Telecom, contenuti di qualità. L’acquisto dei diritti del calcio europeo potrebbe inoltre spingere Telecom a un accordo più vantaggioso con Sky. In Gran Bretagna BT ha speso oltre 1 miliardo. Ma per TIM sarebbe troppo anche un chip da 100-200 milioni per i pacchetti web, valutato peraltro sul mercato molto meno.

I prossimi passi saranno fatti dalla società Vivendi Italia spa, una nuova base da cui investire in Italia, con sede a Milano. De Puy­fontaine avrà presto (entro il 18 giugno) un incontro presso l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni sul caso Mediaset-Telecom. L’Agcom ha imposto nelle scorse settimane a Vivendi di trovare una soluzione per la sua presenza come azionista di maggioranza relativa in Mediaset, dove i francesi hanno poco meno del 30%, e in Telecom, dove il gruppo di Vincent Bollorè ha il 23,9%, violando il Tusmar (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici).

Fonti: Il Messaggero | ItaliaOggi

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