Rai, parte il toto nomine per il nuovo direttore generale

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Antonio Campo Dall’Orto ha rimesso il mandato di dg Rai. Ora nelle due settimane di transizione il principale azionista (Mef) dovrà individuare il nuovo direttore generale. Ma è in piedi anche l’ipotesi di deleghe ai consiglieri del cda.

Antonio Campo Dall’Orto ha rimesso il mandato di direttore generale Rai, comunicandolo al ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, azionista della società. Il dg uscente resterà al suo po­sto per un paio di settimane, per portare a termine i palinsesti della prossima stagione, da presentare agli inserzionisti pubblicitari, e per decidere, entro il 2 giugno, quali prestazioni artistiche potranno superare il tetto di 240mila euro annui stabilito dalla legge sull’editoria.

Ma nei palazzi della politica romana si cerca già il suo successore. Dopo il no di Giancarlo Leone, secondo il Corriere della Sera e la Repubblica, sono in molti a scommettere su Paolo Del Brocco, attuale amministratore delegato di Rai Cinema. Un manager molto legato alla presidente Monica Maggioni (che ora ha di fatto in mano le redini dell’azienda), apprezzato anche dal Pd renziano, dal sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli e, dicono, dallo stesso Pier Carlo Padoan. Circola anche il nome di Paolo Ruffini, attuale direttore di Tv 2000 della Conferenza Episcopale Italiana. Ma anche lui avrebbe declinato l’offerta.

Altre voci condidano Luciano Flussi, dal 2013 direttore generale di Rai Pubblicità. Giovanni Minoli, ex direttore di Rai 2, Rai 3, Rai Educational, ora impegnato nel Faccia a faccia su La7, e il direttore del Tg1, Mario Orfeo. Altri rumors propongono Valerio Fiorespino, ex responsabile delle risorse umane Rai, ora all’ISTAT, dopo essere stato spinto con un incentivo a lasciare la tv di Stato. Poi si vocifera della candidatura di Roberto Sergio, direttore di Radio Rai, e Franco Siddi, consigliere del cda Rai.

C’è anche chi ipotizza, nelle stanze dei ministeri interessati, la possibilità di distribuire deleghe ai consiglieri senza nominare il dg. La legge, però, circoscrive le deleghe al presidente, alle relazioni esterne e istituzionali e alla supervisione delle attività di controllo. Agli altri consiglieri, secondo lo statuto Rai, sono possibili deleghe solo «per singoli atti» senza compensi aggiuntivi.

Lunedì, dunque, Campo scriverà la lettera di dimissioni e la spedirà alla presidente Monica Maggioni, legale rappresentante della televisione di Stato. La missiva sarà trasmessa al ministero dell’Economia (azionista quasi totalitario della Rai) e al Cda, che si riunirà tra mercoledì e giovedì. A quel punto, partirà la procedura di nomina del nuovo direttore generale che richiede la convocazione della assemblea dei soci della tv pubblica. Una assemblea totalitaria (con il ministero e la SIAE come azionisti, il Cda in carica e il Collegio dei sindaci) si può radunare d’urgenza in 48 ore. Un’assemblea straordinaria richiede otto giorni, prima che si riunisca. Ed è questa la tempistica che sembra prevalere.

Fonti: Il Corriere della Sera | La Repubblica | Il Sole 24 Ore

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