Rai, con la nuova concessione 450 mln a rischio

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La nuova concessione del servizio pubblico minaccia di togliere molte risorse alla Rai.

Non bastava il calo di incassi (200 milioni in meno) provenienti dal nuovo canone in bolletta. Non è sufficiente lo spauracchio del tetto stipendi per le star televisive che potrebbe provocare un calo del 5% dello share e un buco di 100 milioni nella raccolta pubblicitaria.

Ora all’interno del testo dello schema di nuova concessione per 10 anni (votato la scorsa settimana dal Cdm e trasmesso alla Commissione di Vigilanza) spuntano altri vincoli penalizzanti per la pubblicità della Rai.

Dal 1° maggio 2017 entrerà in vigore la nuova concessione, e con le nuove regole il limite di affollamento orario settimanale di spot del 4% potrebbe valere per ogni singolo canale Rai. Non sarà più possibile infatti calcolare il 4% su una media degli affollamenti di tutti i canali pubblici. In questo modo Rai Pubblicità salvava capre e cavoli alzando il carico di spot ad esempio su Rai 1 (canale che fa il pieno di ascolti) e tenendo più scarichi altri canali.

Il vincolo dettato dal rinnovo della concessione sarà molto difficile da rispettare soprattutto in occasione della trasmissione di grandi eventi di spettacolo e sportivi come ad esempio Sanremo o i Campionati Mondiali di Calcio. Il danno per la concessionaria della tv pubblica è stato stimato sui 100-150 milioni di euro l’anno, che sommati al resto potrebbero arrivare a 400-450 milioni di ricavi in meno all’anno.

Nel testo, che dovrà essere approvato dalla Commissione di Vigilanza entro 30 giorni, vi sarebbero anche imposizioni relative alle politiche di sconti commerciali sui listini pubblicitari. In passato la Rai è stata accusata di favorire il principale concorrente, cioè Mediaset, nel mercato della raccolta.

Nella nuova concessione non è stata invece introdotta una norma, voluta fortemente da La7 di Urbano Cairo, che avrebbe spacchettato le convenzioni di servizio pubblico aprendole anche ai gruppi tv privati (come La7 o Mediaset) che con i loro palinsesti esercitano di fatto una funzione di servizio pubblico. L’esclusiva decennale invece è rimasta alla Rai che però dovrà assicurare un nuovo piano editoriale coerente con gli obblighi del servizio pubblico, che forse andrà, a tagliare il numero di canali non generalisti sul digitale terrestre e sul satellite.

Fonte: ItaliaOggi

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