Canone Rai: incassi a 2,1 mld, evasione ridotta al 4%

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L’operazione canone Rai in bolletta pare sia stata un successo. L’evasione è scesa dal 27% al 4%. Il gettito è salito a 2,1 miliardi. Alta ancora l’evasione del canone speciale. 293 milioni vanno alla Rai.

A confermarlo il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, che ha ufficializzato i risultati dell’anno scorso: 2,1 miliardi di entrate e circa 500 milioni di extragettito, nonostante l’importo sia sceso dai 113,50 euro del 2015 ai 100 euro del 2016. 21 milioni di utenze elettriche residenziali hanno versato il canone Rai ordinario. Per la Rai, secondo le stime, rimarranno circa 293 milioni di euro (il 60% dell’extragettito), eliminando il 33% dell’extra gettito che va allo Stato, l’iva (4%), la tassa di concessione governativa (4,13%) e l’ulteriore 5% da retrocedere all’erario.

Dal 2017 la quota del maggior gettito da destinare alla Rai si fermerà al 50%, mentre dalla quota di incassi eccedente rispetto agli anni precedenti si attingeranno 50 milioni di euro da destinare alle Tv locali e altrettanti potrebbero essere assegnati all’editoria, in applicazione della legge di settore approvata a ottobre. L’aumento del gettito complessivo nel 2016 ha reso possibile la riduzione del canone Rai ordinario a 90 euro per il 2017.

Nel 2016 va conteggiato anche l’incasso del canone Rai speciale, quello dedicato agli esercizi commerciali, società, imprese, uffici pubblici (da sempre contraddistinto da un altissimo tasso di evasione) che ha generato altri 80 milioni attraverso il pagamento con il vecchio bollettino. Per l’esattezza l’anno scorso hanno pagato circa 225 mila esercizi commerciali per la televisione e circa 60 mila per la radio.

Il canone speciale è un’imposta che dovrebbe essere pagata da alberghi, pensioni, locande, residence, villaggi turistici, campeggi, esercizi pubblici, sportelli bancari, navi, aerei, ospedali, cliniche, circoli, associazioni, istituti religiosi, studi professionali, botteghe, negozi, mense aziendali e comunque tutti coloro che detengono un apparecchio atto alla ricezione dei canali Rai fuori dall’ambito domestico. Il tutto per un importo che varia da 6.789,40 a 203,70 euro l’anno. In realtà (nonostante questa imposta sia anche deducibile) non è versata da oltre l’80% dei soggetti che dovrebbero pagarla determinando mancati ricavi per oltre 300 milioni di euro l’anno. Gli stessi che finalmente sono arrivati dal canone ordinario.

Della riscossione del canone speciale continuerà anche nei prossimi anni ad occuparsi la Rai. Con i soliti e inefficaci due strumenti che hanno sempre fruttato scarsi risultati. Il primo è l’impiego sul territorio (adottato nel lontano 1999) dei “famigerati” 75 agenti pagati a provvigione (nel 2015 erano 114, ma con la riforma in 39 hanno perso il lavoro); il secondo è l’invio di oltre un milione di informative ogni anno individuando di volta in volta specifiche categorie. Ad essere esonerati sono gli ospedali militari, le Forze Armate, gli agenti diplomatici e consolari a condizione della reciprocità nei paesi di appartenenza, i militari stranieri appartenenti alle forze Nato, alcune scuole e università e alcune associazioni assistenziali e di volontariato. Tra chi dovrebbe pagare, invece, ci sono anche le sedi dei partiti politici.

Fonti: ilvelino.it | corrierecomunicazioni.it

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