Crtv: radio e tv in ripresa, soffrono le locali

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Crtv: nel 2016 le imprese del settore italiano radio e tv hanno goduto di una ripresa a livello nazionale, mentre a livello locale il comparto sta ancora soffrendo.

Lo ha dichiarato Franco Siddi, presidente di Confindustria RadioTv, nel suo editoriale sul Rapporto sul mercato tv e radio 2015/2016 del Centro Studi dell’associazione Ctrv.

Dal 2015 in Italia si registra un’inversione di tendenza per il totale mezzi (+2,2% rispetto al 2014). La radio è il primo fra i mezzi tradizionali a recuperare dalla crisi (+8,8%). Nei primi 10 mesi del 2016 la radio rallenta (+0,2% sul periodo analogo del 2015), la televisione viceversa segna addirittura un +6,4%. La crescita avviene principalmente ad opera dell’online, secondo mezzo in Italia con circa il 30% degli investimenti pubblicitari nel 2016, quota raggiunta in meno di un decennio a scapito dei mezzi tradizionali. Internet infatti è il primo mezzo per investimenti attratti complessivamente nella UE dei 27, già dal 2015.

Nel rapporto di Crtv si analizzano i ricavi tv, per tutti i maggiori operatori nazionali, che mostrano una timida ripresa (+2% dei ricavi totali nel 2015) trainata dalla raccolta pubblicitaria (33% dei ricavi totali), mentre i ricavi delle pay-tv rimangono stabili. Crescono invece quelli derivanti dal canone Rai. Anche dai bilanci risulta un comparto in leggera ripresa, ma ben al di sotto dei livelli precrisi (-8,4% dal 2011 i ricavi totali, -24% i ricavi pubblicitari).

L’analisi dei bilanci indica inoltre una redistribuzione delle risorse pubblicitarie alla nuova offerta multicanale (sul digitale terrestre ha raggiunto la quota del 18% dei ricavi pubblicitari complessivi delle società) e sostenuti livelli occupazionali nonostante la crisi (-2% negli ultimi 5 anni).

Per il comparto locale radio e tv si contraggono i ricavi complessivi, ma in misura minore i ricavi medi per impresa. Diminuisce il numero degli operatori e dei livelli occupazionali e a soffrire sono soprattutto le imprese più strutturate. «Le difficoltà dell’emittenza locale richiedono un intervento sistematico di riforma che premi le imprese che realmente fanno informazione, intrattenimento e occupazione sul territorio».

Crtv ricorda inoltre la centralità del dtt: «gli ultimi due anni hanno visto molte manovre intorno alla piattaforma digitale terrestre e soprattutto all’offerta gratuita: lancio di nuovi canali, differenziazione dei modelli di business degli operatori, emersione di nuovi editori multicanale. Un segnale da tenere presente nel momento in cui la piattaforma viene spinta ad una migrazione a tempi accelerati (dalla banda 700 Mhz, per liberare le frequenze per il 5G). Una migrazione che potrebbe penalizzare il pubblico, prima delle aziende, qualora non sia tempestivamente programmata, comunicata, accompagnata».

Siddi rammenta la crescita dell’offerta gratuita, ad alta risoluzione e online. Sono 125 i canali accessibili gratuitamente via DTT e DTH (Tivùsat). Crescono i contenuti HD nativi, sono 95 i canali in alta risoluzione, di cui 7 in versione esclusiva HD. L’Ultra HD avanza con i grandi eventi sportivi, con canali dedicati sia gratuiti (free-to-view, su Tivùsat, il canale di Rai dedicato agli Europei), che a pagamento (il Super HD di Sky).

Nell’ottobre 2015 Netflix arriva anche sul mercato italiano, è di questi ultimi giorni il lancio di Amazon Prime Video. In definitiva l’offerta non lineare si è popolata di nuovi servizi, prodotti da operatori televisivi, OTT, telco, indipendenti in modalità gratuita o a consumo / su abbonamento (T-VOD / S-VOD): questi ultimi, secondo nostre stime, incontrano complessivamente il favore di circa 2 milioni di utenti abbonati.

La televisione, in definitiva, conferma di essere viva e al centro di un sistema di produzione e distribuzione di contenuti sempre più ricco, vario, personalizzato, multipiattaforma.

Fonte: confindustriaradiotv.it

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