Censura tv. Eutelsat condannata per chiusura tv curde

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Lo stop di Eutelsat ai canali curdi chiesto dal governo di Erdogan, dopo la chiusura in Turchia di 131 testate e l’arresto di 2 mila tra giornalisti e addetti alla comunicazione. Il caso finisce in tribunale in Francia. La Corte Parigi condanna Eutelsat.

Con una semplice missiva la Rtük, l’autorità amministrativa indipendente turca per le comunicazioni, ha indotto Eutelsat a sospendere all’istante l’emissione del segnale di Med Nuçe Tv, canale tv legato al Pkk, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan che il governo di Istanbul considera, e non da ora, né più né meno che una pericolosa organizzazione terroristica. Così dopo la richiesta di censura il segnale di Med Nuçe Tv ma anche quello di Nweroz Tv, altra emittente curda, sono stati bloccati. Scatenando una valanga di polemiche soprattutto provenienti dalla comunità curda in Francia.

Il caso è finito davanti al tribunale civile di Parigi perché, oltre che politico, è anche giuridico e pure abbastanza intricato. Infatti, la richiesta di sospendere l’emissione di Med Nuçe Tv (che in curdo vuol dire: Notiziario dal Medio Oriente) è stata inoltrata a Eutelsat sulla base delle norme che regolano la messa in onda le tv transfontaliere che aderiscono alla Convention européenne sur la télévision transfontière (Cett) con l’argomentazione che i contenuti della tv violavano la dignità della persona e diritti fondamentali della libera informazione (testuale).

Senza entrare nel merito delle accuse di Istanbul, Eutesalt ha spento il satellite e oscurato il canale, dimenticando però un particolare: secondo la Cett la competenza, il potere di accendere e spegnere il segnale, spetta al paese in cui «la chaine opère». Ora Med Nuçe ha la sede legale in Italia (con regolare licenza rilasciata dalla nostra Agcom) e gli studi a Denderleueuw, una cittadina belga, e il Belgio è tra quei paesi che non hanno firmato la Cett, la Convenzione per le tv transfrontaliere e quindi la competenza finale dovrebbe essere proprio del regolatore belga, anzi del suo ufficio fiammingo, la Vrm, Vlaamse regulator voor de media. Se il regolatore del paese che ospita gli studi tv non si pronuncia (e in effetti, non s’è ancora pronunciato) la competenza dovrebbe passare al paese dove ha sede la società emittente, cioè Eutelsat, e quindi la Francia.

Da qui il ricorso al tribunale di Parigi. Ma al di là di quello che i media francesi hanno definito un incredibile groviglio giuridico, resta lo scandalo politico di una società pubblica francese che prende per buone le motivazioni del regime di Istanbul per chiudere due televisioni curde negli stessi giorni i cui i curdi combattono contro l’Isis in Siria e in Iraq.

Ieri l’operatore satellitare europeo ha ricevuto l’ordine di ricollegare il segnale del canale tv curdo Newroz TV, un mese dopo le pressioni turche per spegnere la rete.

Il tribunale commerciale di Parigi ha disposto che «l’interruzione delle trasmissioni è stata una evidente violazione» e ha provocato «problemi chiaramente illeciti» per la compagnia svedese, Stiftelsen Kurdish Media (SKM), che trasmette Newroz. «Hanno chiuso il nostro canale di notizie senza alcuna prova. Una cosa che non dovrebbe accadere in Europa», ha spiegato il numero uno di Newroz Tv, Faruk Nozhatzadeh. «Nel Paese da cui proveniamo queste cose accadono ogni giorno…ma in Europa è stato scioccante che Eutelsat abbia preso questa decisione».

L’operatore satellitare dovrà anche pagare una multa di 10.000 euro al giorno se non rispetterà la sentenza. Il canale in lingua curda era stato oscurato l’11 ottobre dopo che l’Autorità per l’audiovisivo turco aveva accusato la rete di avere collegamenti con il Pkk. Accuse negate dalla rete e che non sono state provate, secondo la corte parigina. Lo scorso settembre le autorità turche hanno deciso di oscurare il segnale delle 10 reti tv in curdo più famose.

Fonti: ItaliaOggi | Askanews

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