Mediaset e il flop segreto delle tv cinesi

In pochi sanno che Mediaset ha investito nella terra di Mao Tze-tung. E lo ha fatto creando la prima vera rete televisiva non statale cinese: Cspn Sports.

L’operazione nel mercato della grande Cina, scrive su La Repubblica Federico Fubini, è stata compiuta lontana dai riflettori dei media e della politica, e presto si è rivelata un vero e proprio flop, mostrando inoltre come i conflitti d’interessi possano ramificarsi ben oltre i confini italiani. L’attività comunque resta in piedi: alle più recenti comunicazioni della società, Mediaset è ancora impegnata in una joint venture a Pechino.

Tutto parte ufficialmente nel 2007 quando il gruppo del Biscione (Mediaset Investment) acquisisce il 49% di Sportsnet Media, una società domiciliata alle solite Cayman. L’altro 51% di Sportsnet Media è controllato da un altro veicolo societario domiciliato alle British Virgin lslands. Chiunque ne sia il proprietario, deve trattarsi molto probabilmente di un investitore cinese in ottimi rapporti con il governo di Pechino, perché la joint venture con Mediaset penetra subito nel mercato blindatissimo dell‘informazione televisiva della Repubblica Popolare.

Con il solito gioco delle società a scatole cinesi (appunto…), Mediaset nel 2007 costituisce New Century Advertising con sede a Pechino, e intraprende accordi con China Global Media di cui è socio. Nel frattempo iniziano le attività tv con le trasmissioni in chiaro di un canale sportivo in sette province cinesi. Mentre New Century Adv raccoglie la pubblicità per conto della nuova emittente.

L’operazione però pare più complessa. Secondo La Repubblica, che ha indagato tra le carte dei bilanci ufficiali del Biscione, si tratterebbe di una vera e propria comproprietà di Mediaset con investitori cinesi di una tv satellitare tematica sportiva: Cspn Sports. Una rete di sei canali provinciali lanciata nel 2009. Un’affare da 32 milioni di euro per il primo ciclio di finanziamento, che gode del benestare del governo di Pechino per trasmettere in Cina. Un’operazione che puzza tantissimo di conflitto di interessi, dato che il decaduto Silvio Berlusconi era allora premier e gestiva i rapporti tra Italia e Cina, ad esempio in occasione del G8 de l’Aquila. Ma sempre nel 2009 dalle carte della presentazione agli investitori si capisce che le cose non vanno come dovrebbero andare per Cspn. Dopo due anni di attività le perdite ammontavano a 52 milioni di euro, e Mediaset si è defilata passando dal 49% al 12% di partecipazione di Sportsnet Media.

Fonte: La Repubblica

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