Gubitosi (Rai): più coproduzioni tra i gruppi televisivi

La riduzione dei costi delle emittenti televisive potrebbe passare per sinergie, per l’utilizzo di strutture in comune per abbattere i costi, per coproduzioni con cui creare contenuti per andare anche all’estero. Così il dg Rai, Luigi Gubitosi, in occasione del convegno «Televisioni e culture» presso la Fondazione Corriere della Sera a Milano, ha proposto ieri un’apertura verso nuove forme di collaborazione con la concorrenza.

L’incontro, organizzato dalla Fondazione Paolo Grassi, dedicata allo storico regista, imprenditore teatrale che è stato anche presidente della Rai, ha aperto un dibattito tra i vertici dei network televisivi. Da Gubitosi a Fedele Confalonieri (Mediaset), dall’a.d. di Sky Andrea Zappia, sino a Marinella Soldi, a.d. di Discovery il convegno ha dato vita a una interessante giornata di riflessioni e di confronto sulla cultura, sull’informazione sul web e tv, sul ruolo del servizio pubblico, sulle nuove tecnologie, e sulle produzioni italiane capaci di essere vendute all’estero.

La collaborazione è qualcosa che «fanno nel settore delle auto, delle tlc, dove Wind condivide dei siti con 3, per esempio, e nessuno ci vede un disegno politico», ha aggiunto Gubitosi. «Se lo facessimo noi con Mediaset, Sky o Discovery nemmeno io ci vedrei un disegno politico». Il problema dei gruppi televisivi italiani è trovare anche uno sbocco all’estero con i propri contenuti perché, dice Gubitosi, quelli che qua sono considerati colossi, Rai e Mediaset, in realtà oggi si trovano a competere con gruppi mondiali che arrivano nel paese.

«La Rai è più abituata alle co-produzioni. – afferma il dg – Penso all’imminente Anna Karenina coprodotta da 5 Paesi, o alla fiction in programma sui Medici, da girare a Firenze in costume. Noi abbiamo minore capacità di esportazione, per questo dobbiamo unire le forze. C’è qualche eccezione come il talent “Masterpiece” (in collaborazione con Corriere tv) a cui il quotidiano New York Times ha dato ampio spazio, ma di solito non funziona così. Per questo vedrei bene collaborazioni con Mediaset, non ci sarebbe nulla di male. E pure con Sky o Discovery per aumentare la distribuzione».

La posizione del d.g. Rai ha trovato pieno appoggio da parte di Zappia, che peraltro ha sottolineato come Sky Italia sia in tutto e per tutto un’azienda italiana, non una semplice filiale di un gruppo estero. «Occorre fare alleanze, in Italia e all’estero», ha detto l’a.d. ricordando il caso di Gomorra, acquistato da alcuni paesi del Nord Europa che lo vedranno in napoletano con i sottotitoli. «Il mercato lavora per finestre. Oggi nulla vieta che un contenuto sia trasmesso sulla pay e poi possa avere una sua vita nel mondo free. Se questo accade oggi per gli acquisti, domani potrebbe accadere per la coproduzione ». Anche Marinella Soldi, ad Discovery Italia si dice d’accordo sottolineando però «che la lingua è un grande problema. Se si riuscisse a produrre in inglese sarebbe tutto più facile».

Del parere opposto è stato invece il presidente Mediaset Confalonieri: «Sono scettico perché tutti qui stiamo tagliando in maniera feroce. La lingua delle produzioni è un problema, ma l’altra cosa sono i danè. Non facciamoci illusioni. Il suo boss», ha continuato il presidente del Biscione riferendosi a Zappia, «Rupert Murdoch, ha preso un film fallimentare, Titanic, ci ha messo credo 250 milioni di dollari, ed è diventato quel blockbuster che è. Ma Murdoch è il più grande imprenditore di questo settore, e aveva possibilità di rischiare su un aborto. Guardiamoci intorno: il nostro settore non è paragonabile alla moda, alle scarpe, alla meccanica. Siamo provinciali».

Diverso è il discorso del web anche se Daniele Manca, vicedirettore Corriere della Sera con delega su Corriere tv, sottolinea la difficoltà «a competere sui mercati, sia per un problema di lingua che di tecnologia». Cita il caso della «Mamma imperfetta»: «Disney ha acquistato il format, quindi lasciando poco del valore italiano sul territorio. Dobbiamo trovare il modo di produrre e far rimanere il valore nel nostro Paese».

Gubitosi intanto ha annunciato le novità Rai in arrivo. Lunedì partirà il nuovo portale informativo unico, messo sotto la direzione di Monica Maggioni. «La Rai era riuscita a dividersi in 13 redazioni web, le abbiamo unifi cate con grande resistenza interna. Il nuovo sito partirà lunedì e sarà competitivo». Ma le novità, in parte già annunciate, riguarderanno anche i canali tematici, con una razionalizzazione. Sui contenuti, per esempio, Rai 5 sarà il canale dedicato a teatro e arti fi gurative, mentre Rai Doc alla scienza. Sedi locali, segno di un servizio pubblico, e all’estero, poi, non si toccano: «Una delle migliori decisioni che ho preso quando sono arrivato è stata quella di non chiudere le sedi all’estero come era stato deciso».

Fonti: ItaliaOggi | Il Corriere della Sera

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