Dopo Rai Teatro l’Unità lancia Rai Scienza

Il 17 ottobre scorso il quotidiano l’Unità ha dato inizio a una campagna per la creazione di un canale tv pubblico, Rai Scienza, dedicato a temi scientifici. Dopo l’analoga iniziativa per Rai Teatro, lanciata questa estate da un’idea di Franco Scaglia, presidente del Teatro di Roma, il giornale diretto da Luca Landò ci riprova spingendo per l’apertura di un altro canale Rai che possa definirsi di servizio pubblico.

Viale Mazzini, investita da una crisi di risorse, sta ridisegnando l’assetto dei suoi canali digitali: solo pochi giorni fa Rai ed Eutelsat Communications hanno lanciato il nuovo bouquet sperimentale di canali ad lta definizione (Rai 1 HD, Rai 2 HD, Rai 3 HD) sul satellite di Tivù Sat. Secondo l’Unità sarebbe questo il momento giusto per far esordire i canali della scienza e sul teatro. A favore della campgna sono già intervenuti l’astrofisico Giovanni Bignami, lo storico della scienza Giulio Giorello, e il matematico di fama internazionale Ciro Ciliberto. Ma a favore dell’apertura del canale della tv pubblica dedicato alla ricerca si sono prodigate anche il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, la neo senatrice a vita Elena Cattaneo e la deputata Ilaria Capua.

Ma perchè lanciare un’altra emittente pubblica? Non sono già tanti 14 canali Rai?  «A livello internazionale facciamo pessime figure nelle statistiche per la cultura scientifica diffusa tra i cittadini – spiega Gioriello – e poi invece i nostri scienziati sono nelle ricerche di eccellenza in tutto il mondo: è mia convinzione che la politica, da una parte e dall’altra ha pesanti responsabilità». Ma il ritardo italiano sembra essere avvertito perfino a livello politico, tanto che il Ministero dell’Università e della Ricerca ha insediato una apposita Commissione per la diffusione del pensiero scientifico: iniziativa encomiabile ma senza fondi, dunque con una capacità operativa a dir poco ridotta. E il canale Rai Scienza potrebbe essere uno strumento efficace per colmare ritardi, inadempienze e lacune.

Occorre essere però chiari: molti programmi televisivi sono spesso pseudoscientifici, improntati a una brada spettacolarizzazione, con un pubblico inconsapevole cui talvolta sono ammanniti messaggi e immagini non sempre del tutto corretti. La popolarizzazione della scienza non deve per forza corrispondere a una volgarizzazione: la BBC con il programma So you want to be a scientist? è un esempio di comunicazione del sapere a livello alto e divertente.

«Io vorrei un canale che si occupasse di scienza e della presenza della scienza nella società. – afferma Ciro Ciliberto, professore ordinario di Geometria Superiore presso l’Università di Roma Tor Vergata, studioso di geometria algebrica di fama internazionale e da un anno presidente dell’Unione Matematica Italiana – Ecco, qualcosa di simile a Radio 3 Scienza, il programma radiofonico che va in onda sulla terza rete della radio e che è la migliore trasmissione di scienza alla radio che abbiamo. Tuttavia anche Radio 3 Scienza ha dei limiti, che ovviamente dipendono dai tempi a disposizione. Non è abbastanza interdisciplinare. Ecco, vorrei un canale televisivo dedicato alla scienza, ma con un forte approccio interdisciplinare».

«Sarei molto felice di assistere alla nascita di un canale Rai dedicato interamente alla Scienza – dichiara all’Unità il ministro Carrozza –, perché sono certa che potrebbe aiutare soprattutto le giovani generazioni a conoscere meglio il mondo che le circonda, a scoprire quanto l’Italia ha dato in passato e continua a dare in termini di scoperte scientifiche fondamentali». Alle parole del ministro fa eco con entusiasmo Cattaneo, figura di punta nelle ricerche sulle cellule staminali: «Sarebbe una cosa straordinaria – spiega –ma se deve nascere un canale dedicato dovrà avere connotati alti e non rifugiarsi in quelle trasmissioni sui misteri, le magie, i miracoli e le stranezze. E non bisogna avere paura dell’audience, la scienza è divertente: datemi un teatro con 10mila posti e poi vediamo!»

Che vantaggio trarrebbero i cittadini da un canale tematico di questo tipo? «Lo spirito critico e la tolleranza: pochi sanno quanto il metodo scientifico obblighi a ragionare su se stessi e sul proprio operato: ogni volta che fai una ipotesi, tu per primo cerchi di smontarla in ogni modo, andando contro le tue idee. Quando pubblichi i risultati, qualsiasi scienziato nel mondo è autorizzato a smontarli e mostrare l’errore. Niente opinioni o supposizioni, ma dati, fatti e attenzione alle critiche: tutte cose che in Italia spesso mancano e mi permetto di dire che questa mancanza è parte importante nei problemi che il Paese si trova ad affrontare. La scienza è soprattutto un modo di vita che insegna a essere più tolleranti e autocritici: porta a una crescita civile».

«Occorre una rivoluzione culturale e la televisione ne può essere parte. –spiega la biologa Ilaria Capua  – Uno dei problemi che l’Unione Europea ci pone è proprio sui modelli culturali che trasmettiamo. L’italiano si informa con la televisione, libri e internet sono ancora minoritari, e dunque ecco perché sono favorevole a un canale dedicato alla scienza. Le nuove generazioni devo imparare a essere all’altezza di quello che succede nel mondo, ad accettarne le sfide: ricordiamoci che nei Paesi dove l’economia è arretrata o sta arretrando c’è scarso interesse nella scienza. L’importante è essere divertenti e considerare la grande bellezza della scienza, la suggestione che può trasmettere».

Ma è possibile fare ascolti con un programma dedicato alla scienza? «Assolutamente sì – risponde Rossella Panarese che festeggia i dieci anni di Radio 3 Scienza – La nostra trasmissione è tra le prime 5 a essere scaricata in podcast di tutto il sito di Radio 3, una ammiraglia della Rai. Questo ci onora e unitamente alle mail e agli sms che arrivano ci dice anche che il pubblico delle trasmissioni scientifiche è fedele, attento e visto che spesso ti corregge se ti sfugge qualcosa, dunque è anche esigente. Ma ci sono altri segnali positivi sul pubblico interessato alla scienza, come i Festival che riscuotono sempre un notevole successo».

Fonte: L’Unità

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