ITMedia Consulting: nuovi modelli di consumo da tv connessa, multipiattaforma e multiscreen

La tv convergente, con l’affermarsi di piattaforme distributive innovative, sta modificando i modelli di consumo dei telespettatori, che diventano sempre più personalizzati e meno standardizzati in termini di fruizione di servizi, contenuti e pubblicità. I ricavi televisivi in Europa dal 2001 al 2012 sono cresciuti del 44%, con una media annua del 3,4%. La pay-tv si conferma il driver del mercato e attualmente rappresenta il 45% delle risorse complessive (includendo il canone), contro il 33% della pubblicità.

A dirlo è l’undicesimo rapporto annuale Turning Digital di ITMedia Consulting, presentato ieri a Roma in occasione del convegno La Svolta Digitale. L’analisi prende in considerazione il settore televisivo in 17 paesi dell’Europa Occidentale e fornisce approfondimenti e dati sui 5 maggiori mercati (Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna).

Nel 2012 la pay-tv è stata infatti il segmento più vivace e, nonostante il consistente calo degli abbonati registrato in alcuni Paesi tra cui Italia (-300 mila) e Spagna (-350 mila), i ricavi complessivi sono cresciuti del 3,7%. Per la pubblicità, invece, il 2012 è stato un altro anno negativo: nel complesso i ricavi sono calati del 3,7%, con perdite più pesanti in alcuni paesi (Italia e Spagna su tutti) e con una modesta crescita altrove, nonostante il richiamo di due importanti eventi nel corso dell’anno, il Campionato di Calcio Euro 2012 e le Olimpiadi di Londra. Nel 2012 il mercato tv è cresciuto di un modesto 0,9%, raggiungendo un valore di 95.1 miliardi di euro.

I classici modelli di broadcasting sono esposti a un processo di ampliamento dello scenario competitivo tradizionale, principalmente a causa dell’evoluzione tecnologica. La digitalizzazione delle abitazioni europee continua senza sosta: alla fine del 2012 il 91% delle abitazioni in Europa occidentale riceveva la tv digitale. Dopo gli ultimi Switch-off, circa 165 milioni di abitazioni approfitta dei vantaggi della tv digitale. La ricezione digitale terrestre risulta la prima tra le forme di ricezione televisiva, con una quota del 36%. Segue a breve distanza il satellite, utilizzato da quasi 53 milioni di famiglie, quindi il cavo digitale (36 milioni di abitazioni, pari al 22% del totale), mentre l’IPtv ha fatto registrare il tasso di crescita più veloce: +15%, pari a 3,2 milioni di nuove abitazioni. L’alta definizione è già diventata parte dell’offerta standard nella maggior parte dei paesi. Il prossimo stadio sarà la Ultra High Definition Tv, che consente una risoluzione dell’immagine tra le 4 e le 8 volte superiore.

In questo contesto l’Italia presenta un quadro a luci ed ombre. Rispetto ai 5 grandi, è insieme alla Spagna il paese che maggiormente risente della crisi economica pagando pesantemente in termini di riduzione delle risorse pubblicitarie (-12%) ed è quello che vede ridursi maggiormente il numero di abbonati alla pay-tv. D’altra parte, insieme al Regno Unito (e la Finlandia) è il primo paese all digital (100%) e presenta anche il maggior numero di canali sul digitale terrestre. Sempre a livello multicanale, presenta il maggior livello di crescita negli ascolti tematici, incrementando significativamente la sua quota in appena due anni (dal 20 al 34%).

Il settore televisivo, sia in chiaro che pay, sta emergendo da uno dei momenti più difficili della sua storia. Non solo la crisi economica ha ridotto le risorse che affluiscono al sistema, ma vi sono anche tendenze strutturali che minacciano di sopraffare gli operatori che non abbracceranno – e non accelereranno la propria trasformazione digitale verso una prospettiva multipiattaforma. In pochi anni, la collisione tra domanda dei consumatori e innovazione tecnologica ha alterato drammaticamente il panorama del settore televisivo. I consumatori si stanno allontanando dalla visione lineare della tv per dirigersi verso un mondo multiscreen.

Siamo entrati in una nuova era, nella quale se la tv rimane lo schermo privilegiato per il consumo video, nel lungo periodo la frammentazione della fruizione metterà a rischio i tradizionali modelli business in una nuova fusione tra media. Se il contenuto continua ad essere il re, acquista sempre maggior importanza il contesto. In altre parole, l’intera esperienza del consumatore deve essere tenuta in considerazione. I nuovi attori Over The Top di successo, come Netflix, offrono già un servizio convincente multi schermo e multi dispositivo. Un passaggio prioritario ora anche per i broadcaster tradizionali, che negli ultimi mesi  non sono stati a guardare, investitendo in contenuti online e distribuzione multi schermo: i siti degli stessi operatori tv sono tra i più visitati per il consumo di video in molti paesi europei.

Il settore televisivo ha dimostrato capacità di recupero rispetto a un ecosistema dinamico. Il settore nel complesso tiene: in media il consumo di tv lineare è in aumento in quasi tutti i paesi europei. Ma la rivoluzione digitale e l’avvento della visione connessa sta modificando radicalmente le regole del gioco.

Fonte: primaonline.it

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