Tv convergente: la televisione di domani piace alla pubblicità

Il mondo della televisione, dopo l’avvento del digitale, è in piena rivoluzione. Dalla tv satellitare e terrestre, oggi si parla di alta definizione (HD), Catch up tv, Smart tv, Social tv, Web tv, Connected tv e di super alta definizione (4K). E intanto dal 1° gennaio 2015 le aziende produttrici di apparecchi tv saranno obbligate a commercializzare solo sintonizzatori digitali compatibili col nuovo standard per il digitale terrestre (DVB-T2 e Mpeg4). Un’altra piccola rivoluzione televisiva.

In questo particolare momento la strategia predominante pare quella dell’occupazione di spazi. Lo spettatore sta adottando un nuovo modo di consumare i contenuti tv. Una fruizione mediale iper-frammentata che spazia dagli schermi tv alle pagine dei social network. Un utente sempre più attivo, più simile a quello del web, che cerca offerte diverse e che attua modelli di fruizione differenziati (come il video on demand, web tv, smart tv, catch up tv, social tv dai sistemi narrowcasting e da quelli multipointcasting). La trasformazione convergente sta trascinando tutti i grandi player a posizionarsi in ogni segmento di mercato, per poi immaginare un modello di broadcasting diversificato, crossmediale e convergente in modo da poter creare un nuovo e più attuale modello di business per la tv di domani. La trasformazione è in atto: Google entra di prepotenza nel mercato tv aprendo i canali a pagamento di YouTube e forse una pay-tv online; Apple cerca una via per la sua tv; Amazon propspetta la Kindle tv; e la nuova Xbox One si rilancia anche come piattaforma per guardare la televisione e accedere a contenuti on demand.

Su come trasformare questi cambiamenti in opportunità il caso Piemonte è emblematico, se ne è parlato due giorni fa all’incontro «Una giornata dedicata al futuro della televisione: scenari, opportunità e iniziative per lo sviluppo del settore». Il gap tecnologico prodotto dal digitale terrestre metteva a rischio le emittenti locali che hanno trovato nella Regione un supporto con bandi come il Fesr: 4.040.000 euro per la transizione al digitale con contributi mirati a progetti di investimento per l‘innovazione tecnologica. Si è inoltre messo a disposizione un network di poli di innovazione per la ricerca, lo sviluppo e il trasferimento tecnologico e inoltre un servizio di formazione.

«Il digitale – ricorda Roberto Moriondo (Agid, Agenzia per l’Italia Digitale) – è una formidabile opportunità, che però richiede profondi e coraggiosi cambiamenti, organizzativi e di processo». Multimedialità, social network, interattività, Web tv… soprattutto nel rapporto con il web la televisione si trasforma. E qui sta il lavoro del consorzio Top-Ix che lavora sullo scambio traffico e sulla banda larga. La tv transita attraverso schermi differenti e si dispiega in un modello di fruizione pervasivo, ubiquo e frazionato (che ha portato all’insorgere di nuovi problemi come la dispersione degli investimenti pubblicitari e la quantificazione dello share).

Internet significa inoltre aprirsi a una dimensione nuova, nazionale e internazionale, che stravolge completamente il concetto di tv locale e allo stesso tempo ne apre le prospettive. Csp, il centro di ricerca Ict, per esempio, immagina un «televisore come “visore evoluto” per accedere ai dati e alle applicazioni di internet delle cose» ci spiega Sergio Duretti, direttore generale di Csp. Una tv come risultato di una «combinazione di dati e contenuti multimediali che derivano da fonti diverse, tra webcam e sensori sparsi sul territorio, informazioni strutturate come i dati meteo delle centraline o le informazioni sulla qualità dell’aria raccolte in maniera “social“, permette di fornire servizi di interesse pubblico trasformando dati opportunamente elaborati in contenuti ideali anche per canali tv tematici». E con buona pace del classico broadcasting ci troviamo davvero di fronte a un concetto di televisione completamente nuovo.

Fonte: ilsole24ore.com

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