Crisi tv locali, Videostar in ginocchio

Bergamo – Crisi economica e il taglio delle frequenze dimezzano Videostar. L’emittente locale di Treviglio si appresterebbe a chiudere una delle due società che sono dietro il canale televisivo e a lasciare senza lavoro due giornalisti, una segretaria e un operatore. La decisione è stata comunicata in questi giorni ai dipendenti.

Da tempo la televisione nata a Casal Pusterlengo nel 1985 e trasferitasi a Treviglio nel 2000 quando è stata acquisita dalla famiglia Vaccariello, naviga in cattive acque. Come l’intero settore dell’emittenza locale è stata colpita dalla crisi che ha ridotto i budget pubblicitari.

A dicembre 2012 poi le graduatorie Corecom per la riassegnazione delle frequenze hanno regalato a Videostar un’amara sorpresa. Nel 2011 lo Stato ha fatto cassa con la fruttuosa asta LTE (da 3,9 miliardi di euro) vendendo alle compagnie telefoniche le frequenze televisive dal canale 61 al 69 UHF già destinate ad uso dei servizi di banda larga mobile. Quest’operazione però, definita da molti un vero e proprio esproprio di concessioni di canali, ha reso necessario rivedere il piano delle assegnazioni delle frequenze regione per regione. Il sistema di graduatorie redatte dai Corecom regionali e nazionali, fortemente contestato, impugnato dalle imprese tv e dalle associazioni del settore, e ora anche indagato dalle procure giudiziarie, ha ridistribuito i canali residui tra le emittenti in attività, che sono state obbligate ad accorparsi e spesso a coabitare nello stesso multiplex digitale per evitare il tracollo. In Lombardia i canali a disposizione erano solo 17 e le televisioni 60.

Videostar ha partecipato con due società: Ambrosiana e Emmeciuno. La prima è riuscita piazzarsi all’ultimo posto utile, l’altra è finita 20esima perdendo le frequenze e la copertura sul Milanese. Diverse emittenti che trasmettono in provincia di Bergamo hanno avuto problemi. Quelle che operano nelle valli però sono riuscite ad aggiudicarsi delle frequenze provvisorie perché operano in montagna. Per Videostar invece non ci sono state scappatoie. Da qui la decisione, annunciata ai dipendenti: chiudere a settembre Emmeciuno. Da tempo però l’emittente pare abbia problemi di liquidità. Giornalisti e tecnici hanno avuto a giugno lo stipendio di marzo mentre sono ancora in attesa del pagamento delle altre mensilità maturate. Anche le spese di struttura e cancelleria sarebbero state azzerate.

Rassicura sulla continuità dell’emittente l’amministratore delegato, Bartolomeo Pier Luigi Vaccariello. «Videostar va avanti – spiega -. La nostra copertura non cambia e il nostro segnale rimarrà visibile. Scontiamo il momento difficile. Colpisce i grossi gruppi, figurarsi per le piccole società. Stiamo cercando in tutti i modi di portare avanti un disegno imprenditoriale che, certamente, ora dovrà essere reindirizzato e, pur contro la nostra volontà, rischia di dover fare a meno di qualche persona. Se prima avevamo due società con frequenze ora ne abbiamo solo una. Con questo dato di partenza dobbiamo fare i conti. Alla base c’è una gestione delle frequenze ingiusta. Le emittenti locali sono state depauperate del loro patrimonio. Sono stati portati via i canali ai loro legittimi utilizzatori, le televisioni locali che operavano da decenni. Non ce lo meritiamo».

Fonte: bergamo.corriere.it

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