TI Media: Equinox lascia, l’offerta di Clessidra scade lunedì 21 gennaio

Svolta nella travagliata vendita di TI Media. Secondo Il Sole 24 Ore, Equinox, il fondo di Salvatore Mancuso, si sfila improvvisamente dalla cordata con Clessidra, il fondo di private equity interessato all’acquisto della partecipata di Telecom Italia, che sarà costretto ora a correre da solo con l’offerta vincolante presentata giovedì scorso davanti al cda Telecom. Offerta che secondo voci di corridoio dovrebbe scadere domani lunedì 21 gennaio.

L’abbandono di Equinox riduce al lumicino le chances di successo di Clessidra. E con tutta probabilità, afferma Antonella Olivieri del Sole, rimarrà solo Cairo per l’acquisto di La7. Anche perchè dal management e dal consiglio Telecom trapela la volontà sempre più ferma di disfarsi dell’asset televisivo, fonte di croniche perdite. Mentre Urbano Cairo vuole difendere il vantaggioso contratto della raccolta pubblicitaria per la tv valido fino al 2019, che gli assicura il 30% delle commissioni, a fronte della garanzia di una minimo lordo di spot da 126 milioni l’anno.

Ma in realtà si presume che Telecom sosterrà Cairo per rilevare La7 in modo che si faccia carico del processo di ristrutturazione e forse di ricapitalizzazione di TI Media. A livello societario infatti Telecom Italia Media si avvia a chiudere il 2012 con una perdita netta di circa 100 milioni. L’obiettivo di Telecom è finalizzare la vendita della televisione entro il consiglio del 7 febbraio.

«Desta preoccupazione la decisione del cda della telco di procedere comunque entro venti giorni alla vendita di TI Media, anche in presenza di offerte che non sembrano adeguatamente competitive», aveva detto giovedì Paolo Gentiloni (PD). «E’ in gioco la rilevanza di La7 per il pluralismo del nostro sistema tv; ma la preoccupazione riguarda anche il destino delle frequenze in possesso di Telecom Italia Media, specie quelle in banda 700 MHz, destinate tra pochi anni ad essere una vera miniera d’oro per un gruppo che ha in casa un grande gestore della telefonia mobile».

Fonte: Il Sole 24 Ore

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