Zavoli contro i vertici Rai: “Monti fa uno sgarro alla par condicio”

«Va chiarito con la Rai come mai i direttori di reti e testate decidano come formulare gli inviti», sulla par condicio «lo sgarro è palese e grave». Il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, nel corso dell’esame della bozza di regolamento di ieri sull’applicazione del par condicio nella tv pubblica, ha risposto seccato a una domanda di Paolo Bonaiuti (Pdl), che aveva protestato per la nuova incursione del premier Mario Monti a Unomattina. «Quanto più tarderemo ad approvare la delibera, tanto più la Rai si sentirà messa in un angolo rispetto al rapporto con una parte dell’azienda che cade in totale ribalteria rispetto al cda», ha concluso Zavoli.

E infatti dopo per 7 ore di lavoro la Commissione ha stabilito le regole della perniciosa par condicio, ovvero modi e tempi con cui i candidati alle elezioni del 24 e 25 febbraio potranno presentarsi agli elettori sugli schermi del servizio pubblico televisivo. Dopo litigi, 100 emendamenti in parlamento, e dichiarazioni roboanti, l’esito è piuttosto semplice. Prima regola: anche il premier dimissionario sarà sottoposto alla equa spartizione degli spazi, e dovrà perciò limitare al minimo le apparizioni istituzionali per non essere visibile nel doppio ruolo di presidente e candidato. Seconda regola: le tribune elettorali saranno trasmesse in due fasce orarie, dalle 7 alle 9 o dalle 17 alle 19.

Ma l’invasione della politica in tv non si ferma qui: sono previste infatti delle conferenze stampa sia per i leader di coalizione che per le singole liste, da mandare in onda tra le 21 e le 22.30. Orari pregiatissimi, prime serate da leccarsi i baffi, se non fosse che le uscite cadranno anche nella settimana sbagliata, cioè dal 12 al 16 febbraio, in pieno Sanremo: si estrae a sorte,a chi tocca tocca. «Praticamente ci sarà Rai1 con le canzonette e le altre due reti con i politici che parlano in continuazione» commenta Vincenzo Vita, deputato Pd e membro della Commissione.

Nel frattempo, i big si muovono in fretta: ieri sera Silvio Berlusconi è stato lungamente intervistato al Tg1, e da lì ha fatto sapere che la vittoria è vicina grazie a un accordo possibilissimo con la Lega Nord al Nord e con Grande Sud al Sud. «Sono pronto a una sfida tivù con chiunque, soprattutto con Monti» ha concluso spavaldo il Cavaliere ghignando per il dispettuccio che il direttore generale Rai, Luigi Gubitosi, ha rifilato a Monti: niente Arena di Giletti domenica pomeriggio. È il giorno della Befana, festa comandata, e la regoletta che imponeva lo stop ai politici nei sacri giorni del Natale (di fatto dal 24 al 26 dicembre) torna ora buona per arginare l’aggressiva espansività televisiva del professore.

Pdl e Pd lanciano sferzanti accuse di violazione tv al premier-candidato Monti. Ma «in verità le violazioni sono di tutti – ha sentenziato Marco Beltrandi, Radicali Italiani -: Berlusconi, Monti, Bersani con le primarie. Invece zero spazio per il dramma delle carceri, che ci era stato promesso: faremo denuncia a Strasburgo». Nel frattempo il sindacato Usigrai ha ottenuto che l’Agcom renda noti ogni settimana giorni e dati sulla presenza in video dei vari candidati (chiedevano ogni tre giorni), e sono state accolte anche le indicazioni sul genere: giornalisti e ospiti dovranno rispettare un certo equilibrio fra donne e uomini. Tra una canzonetta e l’altra, lo spettacolo non mancherà.

Fonti: Il Fatto Quotidiano | Ansa

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