Vendita La7: Clessidra rilancia l’offerta

La gara per l’acquisto di Telecom Italia Media giunge a una svolta. E’ in arrivo infatti , entro la scadenza del 19 settembre, l’offerta vincolante da parte del fondo di private equity Clessidra per l’intero gruppo televisivo.

Il gruppo finanziario guidato da Claudio Sposito sta partecipando alla data room, in modo da analizzare i dati riservati dell’azienda controllata da Telecom Italia: per procedere secondo i piani Clessidra, in base alle indiscrezioni, avrebbe nominato come advisor contabile Kpmg e come consulente per il piano industriale Bain, che si aggiungono agli advisor legali di Chiomenti. L’offerta di Clessidra valuterebbe la società circa 350 milioni di euro. E si baserebbe su un piano industriale in via di definizione grazie anche all’aiuto del consulente Marco Bassetti, grande esperto di televisione ed ex-presidente di Endemol Italia, la casa produttrice di format come Il Grande Fratello.

Secondo le indiscrezioni, Clessidra avrebbe scritto agli advisor di Telecom Italia, Mediobanca e Citigroup, presentando il suo progetto che punta, almeno in una fase iniziale, a mantenere unita TI Media: cioè senza separare le reti televisive (soprattutto La7 e poi Mtv) dai multiplex, cioè la parte infrastrutturale del gruppo. Infatti, secondo quanto indicato nel piano di Clessidra, la separazione delle due aree non sarebbe in una prima fase possibile, visto che le televisioni sono ancora in profonda perdita: dal 2003 a oggi il network ha sempre chiuso ogni bilancio in rosso, accumulando un passivo di oltre 400 milioni e anche nel primo semestre del 2012 TI Media ha accusato un rosso di 35 milioni, anche a causa di costi di palinsesto in forte aumento. Senza l’apporto dei multiplex, che restano la gallina dalle uova d’oro, l’equilibrio tra costi e ricavi richierebbe dunque di compromettersi ulteriormente.

L’obiettivo di Clessidra sarebbe, dunque, quello di riportare in utile i bilanci della tv nel medio periodo: speranze di rilancio che si basano sulla constatazione che La7 è l’unica azienda con i conti in rosso in tutta Europa: hanno bilanci in utile le francesi Tf1 e M6, l’inglese Itv, le tedesche Rtl e ProSiebenSat1 fino alle spagnole Antena 3 e Telecinco. Il rilancio potrebbe passare da un maggior coinvolgimento dello stesso Bassetti: senza dimenticare che Sposito e un altro dei manager di Clessidra, Alessandro Grimaldi, provengono da Fininvest e ben conoscono i meccanismi televisivi. L’unico problema resta il prezzo. Telecom Italia ha infatti annunciato che non cederà la controllata, se non a fronte di un incasso soddisfacente.

Nel frattempo, oltre a Clessidra, hanno avuto accesso al data room anche gli altri potenziali acquirenti. 3Italia, assistita dai banker di Hsbc, avrebbe offerto in fase non vincolante 300-320 milioni per la tv e i multiplex. Al lavoro anche gli americani di Discovery, affiancato da Morgan Stanley, che metterebbe sul tavolo 100 milioni per la sola televisione. Restano da capire le chance del gruppo Usa, che paga già un affitto (circa 5 milioni di euro annui) per utilizzare le piattaforme per trasmettere in Italia, dove è presente soprattutto sul digitale terrestre free con Real Time e DMax.

Ultimo arrivato tra i potenziali acquirenti sarà Urbano Cairo, che dovrebbe accedere al data room predisposto da Mediobanca e Citigroup. L’imprenditore, che è anche concessionario di pubblicità per La7, sarà seguito dai banchieri di Lazard e dagli avvocati di Erede. Cairo, che non risulta stia pensando ad un’alleanza con H3G per TI Media, tra le motivazioni dell’offerta, ha anche quella di tutelare il proprio vantaggioso contratto pubblicitario siglato con l’ex-ad di TI Media, Gianni Stella, e che ora Telecom Italia vorrebbe modificare: anche per venire incontro alle richieste dei potenziali compratori che lo ritengono troppo sbilanciato. Cairo nel 2008 ha infatti firmato un contratto con un minimo garantito di 120 milioni di raccolta pubblicitaria a fronte di uno share che era ancora sotto il 3%: condizioni rinegoziate poi nel 2010, con l’arrivo di Enrico Mentana al telegiornale de La7, in base a un aumento della raccolta pubblicitaria proporzionale agli incrementi dello share. Ma Cairo, per ora, ha sempre mantenuto le previsioni di raccolta, che se non rispettate causerebbero la rescissione del contratto.

Fonte : Il Sole 24 Ore

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