Tv Locali. Rea: il governo ritiri i bandi farsa sull’assegnazione frequenze

Roma – Un appello al governo affinchè emetta un decreto d’urgenza che «annulli i bandi regionali per l’assegnazione delle frequenze agli operatori di rete televisivi operanti nelle aree già digitalizzate nel 2009/2010, e affinchè riemetta nuovi bandi con regole trasparenti, rispettose delle leggi sui concorsi pubblici». A lanciarlo è Rea, Radiotelevisioni Europee Associate, il cui presidente Antonio Diomede ha scritto una lettera indirizzata al Sottosegretario Massimo Vari, che Tv Digital Divide pubblica integralmente:

“Chiarissimo Professore, con la mia del 3 settembre u.s. segnalai a Lei, in qualità di rappresentante del Governo, e al Dottor Sambuco, in qualità di rappresentate del Dipartimento Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico, quanto segue: «Corre voce che codesto Dipartimento stia per emettere nuove regole per la partecipazione ai bandi regionali per l’assegnazione delle frequenze agli operatori di rete televisivi operanti nelle aree già digitalizzate nel 2009/2010. La fonte della notizia è l’Associazione….omissis….la quale, attraverso i suoi rappresentanti, nelle assemblee pubbliche, ha vantato di conoscere in anteprima tali nuove regole, di condividerle, e, in particolare, di essere a conoscenza di un diverso meccanismo per la formazione delle intese e/o consorzi rispetto ai bandi del resto d’Italia. Pertanto si chiede urgentissimo chiarimento in proposito per evitare una nuova stagione di aspri conflitti e ricorsi giudiziari nei quali immancabilmente la REA sarà impegnata in difesa degli interessi degli associati e della categoria».

Il 5 settembre, leggendo i Bandi pubblicati in Gazzetta, constatai che tali voci, purtroppo, erano fondate e che il Ministero, effettivamente, aveva cambiato radicalmente le regole rispetto ai Bandi precedenti che nessuno poteva conoscere tranne qualcuno ben introdotto in Viale America. Non mi dilungo sul danno d’immagine subito ancora una volta dall’Amministrazione, né sinceramente mi sorprende più di tanto, considerato il dilagante degrado etico, politico e morale esistente nel nostro beneamato Paese lasciato nelle mani di una ciurma di profittatori patentati. Pertanto, l’8 settembre, dopo aver raccolto numerose proteste per tale scandalosa fuga di notizie mi decisi a invitare il Governo (Lei) el’Amministrazione (Sambuco) a ritirare i Bandi per riformularli «con regole trasparenti, al di sopra di particolari interessi, con parità di trattamento rispetto ai Bandi precedenti nel rispetto degli interessi collettivi dei quali le associazioni devono essere considerate da codesto Ministero pariteticamente rappresentative. A tal ultimo proposito, la sottoscritta associazione, diffida il Ministro e l’Amministrazione dal continuare a intrattenere esclusivi rapporti di comodo con…….omissis…, com’è accaduto alla vigilia della pubblicazione dei Bandi, su argomenti che riguardano gli interessi generali della categoria ed in particolare l’interesse pubblico rappresentato dai Bandi in questione».

Il 9 settembre, Lei ebbe la premura di convocarmi presso la sede del Dicastero di via Molise, per un chiarimento. L’incontro fu fissato per il giorno dopo, 10 settembre 2012, ore 9,30. Ebbi modo di raccontare, per filo e per segno, quanto mi era stato riferito da alcune associate a proposito di quella fuga di notizie, ma sinceramente, non mi sembrò né meravigliato né scandalizzato. Le chiesi, a latere, se in un concorso pubblico, nella fase di valutazione delle domande, fosse lecito pubblicare prima una graduatoria provvisoria e poi una definitiva com’è accaduto con i precedenti Bandi. Poi parlammo del più e del meno sulle questioni generali della categoria, ma dei Bandi evitò diplomaticamente di parlarne: compresi che la proposta della REA di ritirare Bandi non era nei suoi pensieri. Avrei voluto chiederle tante cose sulla legittimità e trasparenza dei Bandi fin qui emessi, ma lasciai perdere…..

L’incontro si concluse con l’impegno da parte Sua di avviare un tavolo tecnico per la revisione dei regolamenti radio e tv relativi ai contributi a fondo perduto previsti dalle leggi 448/98 e 448/01; cosa qualificante per un buon Governo se fosse veramente realizzata.

Nello stesso momento, le emittenti erano prese nel formulare i quesiti su alcuni fondamentali punti controversi dei Bandi, quali: come valutare il patrimonio, i dipendenti, la copertura, le acquisizioni degli impianti e, dulcis in fundo, come porre rimedio alla mancata separazione contabile imposta come requisito fortemente penalizzante del quale solo i ben informati sapevano. A tale proposito l’Amministrazione ha risposto di considerare zero il patrimonio nel caso di mancato adempimento alla delibera 353/11/CONS. In tal modo ha stravolto ancor più le regole del giusto riconoscimento delle potenzialità economiche dell’impresa. Visto e considerato che il patrimonio netto incide ben 30 punti è prevedibile che il risultato di questa originale trovata metta in serio pericolo l’esistenza di quelle emittenti ben strutturate sul territorio come aziende che producono ricchezza e occupazione.

Invece, le emittenti più piccole (provinciali e sub provinciali) potrebbero essere inesorabilmente escluse per insufficiente punteggio totale dovuto alla modesta copertura. In realtà, è meglio chiarirlo, quei pasticciati Bandi, come i precedenti, servono per scremarel’etere dalle locali in modo da far posto alle Reti nazionali e alle Telecoms pronte ad assumere un ruolo di primaria importanza tra i grandi Poteri dello Stato attraverso la gestione di tutti i nuovi mezzi trasmissivi disponibili nelle diverse modalità (tv, radio, internet, telefonia fissa e mobile, satelliti).

Per evitare di essere considerato come colui che vede nemici e ingiustizie da tutte le parti, passo a una carrellata di documentate preziosità relative ai Bandi farsa. Illegalità penali ed amministrative: Premesso che i Bandi così come sono stati concepiti non rappresentano una gara ma solo una richiesta di documenti, a pena di esclusione, di situazioni aziendali ben conosciute alla banche dati, di cui sicuramente i più informati e la stessa Pubblica Amministrazione possono facilmente avere accesso e quindi costruire regole ad hoc , con le cosiddette griglie costruite, per favorire alcuni e svantaggiare altri, come ad esempio: 1. Copertura –punti assegnati 45: perfettamente conosciuta dal Ministero, valutata in modo discrezionale con un software di calcolo sconosciuto ed inaccessibile; 2. Patrimonio Netto –punti assegnati 30: dato accessibile presso le Camere di Commercio con semplice visura; 3. Numero di dipendenti –punti assegnati 20: dato accessibile presso le banche dati dell’INPS; 4. Anzianità –punti assegnati 5; dato noto al Ministero.

Premesso ancora che c’èstata una fuga di notizie (turbativa d’asta) sui termini e sulle modalità di partecipazione avvenuta almeno 10 giorni prima della sua pubblicazione e forse anche più (luglio/agosto 2012); e che il Ministero pare abbia convocato solo due associazioni di categoria, anticipando i criteri di assegnazione, avvantaggiando così un gruppo d’imprese a discapito di altre; Si evidenziano le seguenti anomalie. Nel decreto di conversione della legge101/08, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.132 del 7 giugno 2008, si legge il calendario per lo svolgimento dello switch off televisivo dal quale non pare si evinca che l’Italia debba essere digitalizzata con normative differenti da regione a regione così come il Ministero sta facendo con la riassegnazione delle frequenze nelle aree tecniche già swicciate il 2009/2010 quasi l’Italia fosse divisa in due Blocchi: 1. La Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia. Sicilia e Calabria con bandi che hanno seguito il criterio della provenienza analogica con requisiti lineari (Copertura consolidata, Patrimonio globale per attività di rete + contenuti, forza lavoro unica per tutte le attività; 2. La Sardegna, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino, Friuli, Emilia, Lazio e Campania con bandi che hanno azzerato completamente la trentennale attività imprenditoriale conseguita con l’analogico per far prevalere gli ultimi tre annidell’attività digitale tuttora confusa e sostanzialmente sperimentale. I Bandi sono stati adeguati conseguentemente alla scissione dell’attività di rete da quella di fornitore di contenuti prevista dal digitale per cui è stato introdotto lo scorporo sia del Patrimonio sia dei dipendenti delle rispettive attività, mentre il valore della copertura (il punteggio maggiore) è stato artatamente polverizzato per disporre di più margini discrezionali nell’assegnazione del punteggio.

A tutto questo artifizio, c’è solo una parola da dire: VERGOGNA per chi l’ha concepito, chi lo sostiene e chi lo difende. E’da tale diverso vergognoso trattamento che nasce la protesta delle emittenti della Campania, Lombardia,Lazio,Veneto,Friuli,…..le quali si ritrovano a dover sopportare a proprie spese un processo di riorganizzazione aziendale che sembrava concluso in termini di investimenti e sistemazione delle reti e al riparo dal rischio di perdere le frequenze com’è incredibilmente accaduto con la famigerata Delibera di pianificazione 265/12/CONS.

I Bandi sono una farsa in quanto dall’esame di tutto quanto sopra detto risulta facilmente calcolabile la graduatoria dei probabili vincitori di questa gara al massacro, per cui, oltre tutto, risulta evidente l’operazione disinvolta del Ministero che si maschera dietro una gara per eliminare tutte le imprese alle quali il TAR ha aggiudicato, ad esempio, una frequenza da liberare come quella dell’ex beauty contest. Nello stesso tempo vengono eliminate una serie di piccole imprese che hanno la sola colpa di essere assegnatarie di una frequenza in cui si trovano da sole. In questo modo il Ministero ha eliminato tutto il contenzioso giudiziario chiudendo di fatto tutte le imprese che negli ultimi 3 anni hanno lavorato, investito in impianti e assunto personale in seguito ad un provvedimento giudiziario. Il tutto senza ricorrere ad alcun risarcimento per le frequenze dell’ex beauty contest “sottratte”alle locali per essere lautamente pagate dai vincitori della imminente pubblica asta.

Per farla breve, i Bandi di riassegnazione delle frequenze sono “Bandi farsa” in quanto eludono platealmente gli articoli 4, 13, 13bis e 14 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche; cioè non sono ispirati a criteri di equa distribuzione, trasparenza, rispetto dei valori costituzionali per la tutela di tutti i soggetti al legittimo diritto di ambire alla gestione di un bene pubblico qual è una frequenza radiotelevisiva. Questo dovrebbe essere il compito primario di una Pubblica Amministrazione sana. Organizzare Bandi farsa per negare i diritti d’impresa e di possesso dei mezzi trasmissivi con perdita di reddito nazionale, di forza lavoro e dei valori democratici a vantaggio di chicchessia è un CRIMINE.

Per queste fondamentali ragioni, l’8 settembre Le scrissi fiducioso di rivolgermi ad uno dei più eminenti costituzionalisti della Repubblica nonché rappresentante di un Governo che non perde occasione per dichiarare di combattere la corruzione nella Pubblica Amministrazione, gli evasori fiscali, la mafia, i monopoli attraverso le liberalizzazioni e di prodigarsi per il bene dei cittadini e della nazione. Le chiesi di ritirare quei Bandi farsa ritenuti irrispettosi degli articoli 3,21,41 e 97 della Costituzione; sperequati rispetto ai bandi del restod’Italia, confezionatisu misura delle grandi Reti e di alcune formazioni portatrici d’interessi particolari agevolate da una vergognosa fuga di notizie. Aproposito di mafia, l’Amministrazione bene farebbe a riesaminare la legittimità di certe posizioni in odore di mafia o di evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato risultate in graduatoria nei precedenti bandi. Parlo delle graduatorie di Puglia e Sicilia.

Per tutto ciò premesso, la REA –Radiotelevisioni Europee Associate e la rimanente parte sana dell’emittenzara dio televisiva locale italiana che mi onoro di rappresentare, fa  APPELLO AL GOVERNO AFFINCHE’EMETTA UN DECRETO D’URGENZA PER L’ANNULLAMENTO DEI BANDI IN QUESTIONE – CONTESTUALE RIEMISSIONE DEGLI STESSI CON REGOLE TRASPARENTI E NON SPEREQUATE, RISPETTOSE DELLE LEGGI SUI CONCORSI PUBBLICI – NOMINA PER DECRETO DI UNA COMMISSIONE ESTERNA AL DIPARTIMENTO COMUNICAZIONI PER IL VAGLIO DELLE DOMANDE E PER LA STESURA DELLE GRADUATORIE – DIVIETO ASSOLUTO DI GRADUATORIE PROVVISORIE.

In caso contrario, nell’interesse delle emittenti rappresentate, si procederà all’impugnazione dei Bandi davanti al TAR del Lazio e se necessario alla Corte di Giustizia Europea oltre che alla Procura della Repubblica di Roma per le violazioni della legge sui pubblici concorsi e di quant’altro previsto dal Codice Penale”.

Fonte: AgenParl

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