Apple tratta con le tv

Si sa da tempo: Apple vuole vincere la sfida del salotto, della televisione connessa e convegente. Per questo ha lanciato ben due versioni della sua Apple Tv o iTv. E per raggiungere questo ambizioso obiettivo da diversi mesi contratta con i maggiori operatori televisivi via cavo degli Stati Uniti per convincerli a portare i propri canali all’interno dei suoi nuovi device tv.

La notizia arriva dal Wall Street Journal, che cita fonti anonime secondo cui già il mese scorso Tim Cook, l’amministratore delegato di Apple, ha incontrato il numero uno di Time Warner Cable, Glenn Britt. Da Cupertino, però, non è arrivata alcuna conferma o smentita. Tom Neumayr, portavoce del gruppo, ha detto che «non vuole commentare voci speculative». La nuova e terza versione televisione della mela dovrebbe essere presentata a breve, probabilmente a settembre, in un evento che dovrebbe mostrare al grande pubblico anche altre novità di prodotto.

Non si sa però ancora se la tv di Apple sarà un vero e proprio televisore oppure, come più probabile, un set-top-box simile al dispositivo già sul mercato ma con nuove funzioni: l’attuale Apple tv intanto i canali in diretta, che sono assenti dall’attuale apparecchio, destinato soltanto a mostrare sul televisore i contenuti del web oppure quanto si acquista sull’iTunes store. Poi ci dovrebbe essere la possibilità di registrare grazie alla memoria interna, anche questa una funzione oggi non presente. Infine, il collegamento senza cavi con gli altri dispositivi della mela, cosa invece già funzionante oggi sull’Apple tv. A conferma di tutto questo, il colosso di Cupertino ha acquistato nei giorni scorsi una serie di brevetti per la registrazione video e altri elementi da usare in apparecchi televisivi.

Ovviamente la nuova Apple tv dovrà costare di più dei 100 euro attuali, ma non sarebbe questo l’ostacolo maggiore. Gli operatori, infatti, sarebbero stati finora freddi di fronte alle avances di Cook, e questo perché dove la mela arriva (vedi la vendita di musica, di libri, persino il rapporto con gli operatori telefonici) detta le regole del gioco e la paura dei broadcaster è di aprire le porte di un terreno così redditizio e poi di vedersi sottrarre il ruolo dominante.

Fonte: ItaliaOggi

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