Banda larga: Italia fanalino di coda in Europa

Il nostro Paese è solo al 19° posto in Europa per imprese connesse a banda larga.

In Europa gli abbonamenti Internet a banda larga da rete fissa sono 139 milioni. L’Italia con 13,4 milioni di connessioni è quarta alle spalle di Germania, Francia, e Gran Bretagna. Ma i dati relativi al digital divide nostrano sulla diffusione di Internet veloce, registrati dalla Cassa depositi e prestiti, sono inequivocabili: l’utilizzo delle tecnologie digitali ci vede ancora in grave ritardo.

Quasi 3 milioni di cittadini restano in una situazione di divario digitale di base (cioè non possono accedere ad una connessione di almeno 2 mega). E siamo addirittura all’80esimo posto in Europa per velocità media di download. Il Sole 24 Ore infatti segnalata infatti che in nessuna delle variabili  che misurano il grado di digitalizzazione e alfabetizzazione informatica l’Italia è in linea con la media europea. Nel settore business il Paese continua a zoppicare: Cdp registra un 19° posto per imprese connesse a banda larga.

Nella fibra ottica i numeri sono ancora meno confortanti. Gli accessi attivi oggi sono circa  300 mila, appena lo 0,6% della popolazione (dati Agcom). Anche considerando i piani di sviluppo degli operatori di reti di nuova generazione (Ngn), che prevedono una copertura a lungo termine solamente nei maggiori centri urbani della penisola, a fine 2013 solo il 10% del patrimonio immobiliare nazionale (2,8 milioni di alloggi) sarà servizto da infrastrutture in fibra.

Nel confronto internazionale, con il 2% di connessioni in fibra sul totale delle connessioni, siamo ancora nelle ultime posizioni. Eppure, nonostante queste premesse, nelle politiche di sostegno si naviga ancora a vista. La Cdp ripercorre i punti chiave del Piano Nazionale Banda Larga (per azzerare il digital divide di base) e del progetto strategico banda ultra larga, ma non può che rimandare un giudizio compiuto al più volte annunciato e mai concretizzato decreto “Digitalia“.

In attesa delle mosse del governo (rinviate in autunno), per ora si è mossa la commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera approvando il testo unificato delle proposte di legge presentate da Paolo Gentiloni, Roberto Rao e Antonio Palmieri. Intanto il tempo, dettato dall’Agenda digitale UE, stringe. In gioco, secondo lo studio coordinato cda Cameraro e Carriero, ci sono vere chances di sviluppo: la sola digitalizzazione dei rapporti con la PA potrebbe generare risparmi nell’ordine del 3% del PIL.

Fonte: Il Sole 24 Ore

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