Agcom, e lottizzazione sia… Authority ancora in mano ai partiti

Il grottesco voto segreto per le nomine delle Authority, andato in scena ieri in Parlamento e in Senato, ha ribadito ancora una volta quanto i partiti politici e il governo non abbiano nessuna intenzione di riformare il sistema italiano malato, zoppicante e corrotto. Un sistema che ha inscenato sempre ieri l’ennesimo salvataggio di un senatore, Sergio De Gregorio (Pdl), respingendo  la richiesta di arresti domiciliari.

Nonostante l’astensione  di molti aventi diritto al voto, la consueta lottizzazione delle Autorità (che dovrebbero essere garanti), cioè di Agcom e dell’Autorità garante della Privacy, si è infatti impunemente compiuta. Due berlusconiani, Martusciello (148 voti) e Antonio Preto (94 voti), un Udc, Francesco Posteraro (91 voti), e un democratico, Maurizio Decina (163 voti), sono stati nominati commissari dell’Autorità per le comunicazioni. Il quinto componente dell’Agcom, il presidente sarà nominato dal premier. Alla Privacy sono stati nominati Giovanna Bianchi Clerici (179 voti), vicina a Pdl e Lega, la moglie di Bruno Vespa, Augusta Iannini del Pdl (107 voti), Antonello Soro del Pd (167 voti), la professoressa Licia Califano (97 voti).

Una conclusione beffa, dopo una falsa campagna di trasparenza attraverso la “geniale idea” di aprire le nomine ai meritevoli, accogliendo più di 90 curricula e pubblicandoli in rete. Di Pietro, Vendola, Beltrandi e Parisi (Idv, Radicali, Granata, Marino e lo stesso Parisi non hanno partecipato alle votazioni) hanno annunciato un ricorso al Tar. Sostengono infatti che centinaia di candidature non sono state minimamente prese in considerazione e che le operazioni di selezione non hanno seguito le leggi. «E’ stata un presa in giro – afferma Di Pietro col suo problematico italiano – si sono infatti inviati i curricula, poi li hanno usati come carta da cesso».

Anche Beppe Grillo, che ogni tanto dice una cosa sensata, attacca: «L’Agcom è uno spreco di soldi pubblico, una copertura per il controllo dei  media da parte dei partiti politici. Una presa per i fondelli. Va chiusa. Monti la tagli. Pdl, Pd e Udc si sono spartiti le poltrone nella migliore tradizione inciucista». Il capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione di Vigilanza, Pancho Pardi, rincara la dose: «La nomina della dottoressa Augusta Iannini, moglie di Bruno Vespa, all’Autorità garante della Privacy è fastidiosamente inopportuna».  «La dottoressa Iannini – ha aggiunto – potrebbe trovarsi nella complicata situazione di dover giudicare eventuali violazioni della privacy di trasmissioni del marito e potrebbe non avere indipendenza di giudizio. C’erano un centinaio di curricula, possibile non si sia trovato nessun’altro?».

Ora i nuovi commissari Agcom dovranno confrontarsi con i temi scottanti del settore delle comunicazioni: dall’asta frequenze tv dopo l’annullamento del beauty contest al delicatissimo regolamento sul Copyright onilne, dalle regole sulla assurda par condicio a quelle sull’ultimo miglio delle reti di telecomunicazioni Telecom e ancora sulle reti in fibra NGN.

Fonti: La Repubblica | La Stampa | Ansa | MF | TMNews

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