Frequenze tv: la nuova asta è a rischio flop

Dal Beauty Contest al flop contest. E’ stato il cavallo di battaglia del Pd per intere settimane e un modo per tenere sotto scacco Silvio Berlusconi, ma ora la trasformazione dell’assegnazione gratuita delle frequenze tv in asta a pagamento rischia seriamente il fiasco.

Lo dicono i tempi che, come si legge in un articolo di MF, lo stesso esecutivo Monti si è dato e tra molti addetti ai lavori comincia a serpeggiare il pessimismo. Il motivo di tanto scetticismo e’ semplice. Tra pochi giorni, esattamente il 15 maggio, il collegio dell’Agcom scadrà ufficialmente e il presidente Corrado Calabrò e i sette colleghi resteranno in carica solo per gli affari correnti. Il problema è che questa deadline cade durante i 120 giorni di tempo fissati dallo stesso Ministero dello Sviluppo per riformulare l’intero sistema di gara, non più a zero euro ma commerciale, dei cinque multiplex (più uno) del dividendo digitale televisivo.

Dal giorno in cui Palazzo Chigi ha fatto approvare dalle Camere l’emendamento che ha soppresso il vecchio beauty contest istituito dal precedente governo del Cavaliere sono già passati 30 giorni, ne restano quindi 90 per fare tutto: rinnovare gli uomini dell’Agcom, passando da nove a cinque membri con tanto di stipendio ridotto (non potrà superare i 293 mila euro lordi per il presidente e i 260 mila euro per i commissari), il che rende difficile reclutare nuovi componenti, procedendo anche al consueto spoil system partitico.

Marco Giordani, amministratore delegato di RTI e chief financial officer di Mediaset, intervistato dal Il Sole 24 Ore, ha commentato di recente in merito alla partecipazione possibile all’asta del Biscione: «Dopo l’annullamento del beauty contest dobbiamo aspettare che il nuovo Agcom definisca la regole ma mi sembra ovvio che l’asta sarà al ribasso se il Paese non saprà scommettere sulla ripresa. Come abbiamo appena detto, ora sul mercato ci sono anche i multiplex di La7 che abbassano fatalmente il potenziale di prezzo delle frequenze. In un contesto di crisi nera chi investirà?».

Fonti: MF | Il Sole 24 Ore

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