Switch-off Abruzzo, associazione Codici: “Pratiche scorrette sui buoni per i decoder”

A pochi giorni dal fatidico Switch-off in Abruzzo (dal 7 maggio), rispuntano le solite indissolubili criticità che accompagnano ogni step del passaggio al digitale terrestre e danneggiano gli ignari telespettatori.

L’associazione Codici ieri mattina ha svelato alcune pecche ricorrenti del carrozzone informativo del Ministero e numerose pratiche commerciali anomale, ai limiti della «truffa» che stanno creando una serie di disagi ai cittadini.

La scarsa informazione

Per il passaggio al digitale il Corecom Abruzzo, l’organo al quale la Regione ha demandato tutti i compiti, gestisce oltre un milione di euro per l’informazione alla popolazione, fondi che sono stati però assegnati di fatto alla Fondazione Ugo Bordoni (nella quale vi sono anche importanti aziende del settore telecomunicazioni). «Con oltre un milione di euro», ha spiegato Domenico Pettinari, segretario provinciale dell’associazione Codici, «l’informazione viene data attraverso un piccolo bus che gira per i paesi e attraverso l’organizzazione di qualche convegno. All’ultimo al quale sono stati invitati tutti i sindaci eravamo presenti in 15». I convegni mirano a formare dei volontari che con tanto di camice che saranno chiamati ad entrare nelle case di quei cittadini che chiederanno assistenza tecnica o supporto. «Non si capisce per quale ragione con tutti i milioni di fondi pubblici che sono stati stanziati per lo switch-off», ha aggiunto, «la Regione inviti le associazioni a proporre volontari che gratuitamente dovrebbero fare il lavoro sporco ed entrare nelle case della vecchina di Sant’Eufemia a Majella che non sa perché il suo televisore non si vede più».

«Dalle segnalazioni raccolte inoltre sembrerebbe che il call center del Ministero dello sviluppo che risponde al numero 800.022.000 non sempre sia pronto o raggiungibile nonostante negli spot venga chiarito che si può chiamare sempre. E’ comunque un punto di riferimento importante al quale i cittadini devono rivolgersi in caso di difficoltà di ogni genere e per chiarimenti».

Le associazioni dei consumatori

Le associazioni dei consumatori, che stanno già ricevendo una serie di segnalazioni da parte degli utenti per disservizi e pratiche strane, sarebbero poi state estromesse dalla Regione stessa per concordare il da farsi per quello che è a tutti gli effetti un cambio epocale per l’Abruzzo. «Le associazioni sono state tagliate fuori dalla Regione», ha spiegato Pettinari, «ma la Regione stessa ha dimenticato che con decreto del presidente Chiodi è stato varato il Cruc, il centro regionale dei consumatori, un organismo nel quale vi sono tutte le associazioni dei consumatori e dunque vi sono gli esponenti più qualificati del mondo dei consumatori. Come mai questo organismo – di cui il massimo vertice è il vice presidente Alfredo Castiglione – è stato scavalcato? E’ assurdo che invece siamo stati chiamati soltanto per ratificare un accordo commerciale ed un protocollo tra la Regione e gli artigiani. A cosa fatte e sul quale non siamo affatto d’accordo».

Maxi-tariffe degli antennisti

Il protocollo in vigore con le organizzazioni degli artigiani Cna e Confartigianato (le associazioni che rappresentano gli antennisti) prevede tariffe standard e calmierate che dovrebbero essere applicate da tutti i tecnici che saranno chiamati dal 7 maggio in poi quando il digitale sarà realtà e magari i televisori faranno i capricci. Le tariffe prevedono 40 euro per il collaudo ed il controllo che sale a 60 euro nelle ore successive con la manodopera. Insomma in caso di problemi all’antenna e di controlli più specifici e laboriosi il cittadino abruzzese può rischiare di spendere anche 200 euro o più a seconda dei problemi che saranno individuati.

Incentivi e decoder introvabili

La legge parla chiaro e chiarisce che chi ha compiuto 65 anni ed ha un reddito che non superi i 10 mila euro l’anno, ha pagato l’abbonamento Rai per il 2012 deve solo recarsi nei negozi convenzionati con il Ministero e riceverà un decoder gratis se questo costa entro i 50 euro. E dal sito del Ministero la prima sorpresa: per la provincia di Pescara i centri convenzionati sono appena due, uno si trova a Montesilvano e l’altro a Città Sant’Angelo. «Vi pare un servizio che funzioni spingere i residenti di 46 comuni in soli due centri ubicati tra l’altro sulla costa e molto lontani da paesi di montagna che pure ci sono in provincia di Pescara?», si domanda Pettinari. In Provincia de L’Aquila non c’è invece nessun rivenditore, in provincia di Chieti ne viene segnalato uno, ad Ortona, e nel Teramano tre: uno a Colonnella e due a Teramo.

Ma il vero problema è che proprio nei centri convenzionati i cittadini, con tutta la documentazione in regola, vengono respinti e di fatto gli viene negato il bonus ministeriale. Un disagio provocato nonostante le norme siano chiare. «Abbiamo verificato che per esempio nel centro di Montesilvano i decoder non vengono venduti e non viene concesso il bonus», ha spiegato Pettinari, «abbiamo indagato personalmente e ci è stato risposto con una serie di spiegazioni false. Una di queste era che il Ministero rimborsa solo decoder che costino 50 euro. Siccome però l’Oasi vende un decoder a 49.90 il bonus non sarebbe applicabile. Allora ho chiesto di alzare il prezzo a 50 euro precisi in modo da poter consegnare gratis il decoder e mi è stato detto che non era possibile. Forse lo sarà nei prossimi giorni. Sta di fatto he la situazione è molto strana, si tratta di una pratica scorretta che denunceremo immediatamente».

«Si tratta di una truffa ed un disagio arrecati ai consumatori che non trova spiegazioni», ha aggiunto Pettinari, «ma la responsabilità più grande è proprio degli organi regionali che dovrebbero controllare e sanzionare per primi queste pratiche. Invece deve essere Codici Abruzzo a risolvere tutti i problemi dei cittadini abruzzesi. E questo non va bene. La Regione ha ricevuto milioni di euro per svolgere anche i controlli così come il Corecom ed è incredibile che si pensi solo ad organizzare convegni con 15 persone. Noi mettiamo a disposizione i nostri legali per tutti quelli che hanno da denunciare un problema. Se servirà andremo personalmente in ogni punto per costringere i venditori a concedere il bonus previsto dalla legge».

La risposta di Filippo Lucci, presidente del Corecom Abruzzo: «Non c’è alcun atto della Regione che delega l’attività di comunicazione al Corecom». «Il Corecom non gestisce “un milione di euro”, quei soldi il Ministero li ha affidati come in tutte le altre regioni alla Fondazione Bordoni (che riceve dallo Stato in totale più di 9 milioni di euro l’anno -ndr). Quello che noi stiamo facendo – come per esempio il camper itinerante ed i convegni – sono una nostra iniziativa che gestiamo in proprio e che abbiamo voluto fare perché crediamo che la comunicazione e l’informazione in questo momento siano vitali. Dunque non c’è alcuna legge che ci obblighi a fare comunicazione istituzionale né ad organizzare i convegni ma crediamo che sia utile per arginare disservizi o problemi legati allo switch off. I fondi sono quelli del bilancio del Corecom».

Lucci precisa anche che l’informazione istituzionale compete al Ministero mentre il Corecom «non ha competenza specifica in tema di digitale terrestre». «Nelle altre regioni c’è stato un difetto di comunicazione», ha concluso Lucci, «noi cerchiamo di evitare gli errori degli altri così abbiamo organizzato alcuni convegni ed iniziative per informare i cittadini».

Fonte: primadinoi.it | codici.org

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