Il governo Monti e l’invasione degli ultratecnici in Rai e Agcom

Il professore ci ha preso gusto. Dalle nomine dei suoi ministri e sottosegretari del suo governo non ha più smesso, e fra un taglio alle pensioni e una liberalizzazione di scorta, continua ad assegnare (o almeno ci prova) le poltrone delle istituzioni pubbliche e le posizioni di rilievo agli esperti e super-tecnici del solito giro.

La rivoluzione della nuova governance della Rai, sempre più improbabile se i partiti non troveranno un accordo, potrebbe infatti concludersi tecnicamente con la nomina di 3 dirigenti esterni (si fa per dire) dalla politica ed esperti in materia. Il Cda (uscente) intanto ha approvato il Bilancio 2011 registrando un attivo di 4,1 mln. Ma i conti dovranno essere sottoposti al vaglio degli azionisti in assemblea il 4 e l’8 maggio. Solo allora il mandato dell’attuale Cda potrà dirsi formalmente concluso anche se, come ha ricordato Garimberti, fino a che non ci sarà il nuovo vertice gli attuali consiglieri hanno il dovere di continuare ad amministrare la Rai.

Il problema è ora capire che intende fare Mario Monti al riguardo. La rinuncia alla modifica della Legge Gasparri è certa, mentre sale l’opzione compromesso dell’istituzione di un super CDA all’interno dello stesso consiglio Rai, che però potrà essere attuato solamente dopo il prossimo vertice tra governo e partiti dopo Pasqua. Monti vorrebbe indicare tre personaggi “tecnici” di alto profilo (tra consiglieri e presidente), modificando lo statuto del Cda, e assegnando più poteri al direttore generale.

Ma anche l’Autorità Garante per le comunicazioni, che il 15 maggio vedrà scadere il mandato del consiglio presieduto da Corrado Calabrò, potrebbe subire una “rivoluzione tecnica“. Scartata l’ipotesi proroga di 60 giorni, a spingere verso un nuovo consiglio è il ministro dello sviluppo Passera. Ma chi sarà il sostituto di Calabrò e dei consiglieri Agcom caratterizzati attualmente da evidentissime nomine politiche?

Secondo il Presidente del Consiglio dovrà essere una figura al di sopra delle parti nominato dal governo. Un super-tecnico insomma (un altro). Un professionista del settore delle comunicazioni e del mercato dei media senza connotazioni politiche (troppo evidenti), magari legato al mondo finanziario (come gli altri compari di Monti). Il toto-nomine Agcom segnala il pole position i nomi di Fabio Colasanti, direttore generale di Information Society and Media della Commissione Europea, e il giurista Vincenzo Zeno Zenovich. Ma la gara “tecnica” è ancora aperta.

Fonti : La Repubblica | Il Sole 24 Ore

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