Rai: tre ipotesi di riforma soft

Dopo il nulla di fatto del vertice di giovedì scorso, il governo Monti ha chiarito che quella dell’adozione in Rai del direttore generalecommissario con i super-poteri è un’ipotesi limite. L’esecutivo tecnico vorrebbe cambiare almeno alcune delle posizioni chiave dei vertici di viale Mazzini, ma sarà costretto dal Pdl a mantenere la legge Gasparri e i procedimenti politici delle nomine del Cda.

Secondo Il Sole 24 Ore per la riforma della Rai, ampiamente ridotta dai veti del partito di Alfano, vi sono tre opzioni sul tavolo. Sfumato il tentativo di ridurre a 5 i consiglieri nominati dalla Commissione di Vigilanza in Parlamento, Monti e Passera pensano di creare una sorta di ad con poteri straordinari direttamente all’interno del consiglio Rai. Un’altra ipotesi sarebbe quella di cancellare dalla legge speciale sulla tv di Stato alcune righe sui poteri del direttore generale, in modo da attivare la procedura dell’elezione dell’amministratore delegato tra gli stessi consiglieri Rai.

L’esecutivo vorrebbe inoltre presentare un disegno di legge per ridurre il numero dei consiglieri e per riscrivere la ripartizione del potere politico all’interno del Cda. Un tentativo di riforma quest’ultimo che però è stato già bocciato da Berlusconi e dal sul partito, che invece spingono per un rinnovo del Consiglio con le stesse regole in vigore della legge Gasparri. Nel tempo della discussione della nuova legge sulla Rai, si dovrebbe nominare il super-commissario a tempo per mandare avanti la baracca.

Cicchitto e Gasparri del Pdl hanno ribadito che un eventuale commissariamento non è previsto dalla legge. La Lega vuole solo ufficialmente la privatizzazione. Mentre il presidente della Camera Fini e il Terzo Polo, con l’Udc e Casini lo hanno richiesto direttamente a Monti. In ultimo anche il Pd apre all’ipotesi del commissario Rai, ma solo nel caso in cui venga meno l’accordo per una nuova governance e per nuove regole per l’elezione del Cda.

Fonti: Il Sole 24 Ore | Il Corriere della Sera

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