Banda larga: ora liberate la rete fissa

I dati sulle connessioni Internet a banda larga pubblicati dall’Autorità garante per le Comunicazioni confermano la crescita della linee mobili a scapito di quelle fisse. Il calo è dovuto anche alla scarsa concorrenza, e secondo l’ex-monopolista Telecom alla mancanza di domanda, soprattutto per la banda ultralarga. Ma gli operatori confidano nel governo per accelerare lo sviluppo della fibra.

Una chiave per comprendere questo trend, spiega Milano Finanza, che ha portato negli ultimi quattro anni il distacco nella penetrazione degli accessi a banda larga da rete fissa tra Francia e Italia da 14 a 24 punti percentuali, riguarda le condizioni del mercato della rete fissa e le sue prospettive. In Italia il costo delle connessioni su linea fissa non ha imboccato una strada in discesa, come accaduto negli altri Paesi europei e nelle stesse connessioni mobili, mentre le prestazioni non hanno avuto significati miglioramenti a causa dello stato della rete stessa, ancora basata in buona parte sul cavo in rame nell’ultimo tratto prima delle abitazioni o degli uffici. Un quadro legato al ruolo ancora dominante di Telecom Italia e alle dinamiche dei prezzi all’ingrosso fissati dall’Agcom, che hanno compresso il margine per gli operatori alternativi a livelli tali da mettere a rischio di continuità le connessioni offerte tramite la tecnologia bitstream, che copre circa la metà dei clienti.

Anche nel settore delle telecomunicazioni, e in particolar modo in quello delle reti fisse, un aumento della concorrenza a seguito di nuove liberalizzazioni, uno dei punti su cui il governo Monti si sta rivelando più attivo, potrebbe quindi avere effetti estremamente positivi per gli investimenti degli operatori, che sarebbero stimolati da una competizione simile a quella in atto nella telefonia mobile, e generare inoltre un effetto moltiplicatore per l’intera economia, come sottolineato da molti studi relativi ai Paesi che si sono dotati di una rete capillare in fibra ottica.

Certo non saranno di grande aiuto per lo sviluppo dell’economia digitale, e per la costruzione di una nuova Rete veloce italiana, le recenti norme varate dalla stessa Agcom sull’obbligo di unbundling fisico imposto a Telecom Italia per lo sviluppo delle reti in fibra ottica. L’Autorità ha infatti tradito le attese degli operatori tlc alternativi, proponendo dei deboli vincoli della messa a disposizione dell’affitto dell’ultimo miglio di rete, che sarà valida solamente dove “tecnicamente possibile” e solo nei luoghi in cui Telecom riterrà l’investimento remunerativo. In questo modo le aree rurali, montane e basso tasso di domanda del paese verranno tagliate fuori ancora una volta dal mercato dello sviluppo delle reti di nuova generazione.

Fonte: MF

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