Consulenze Rai: un silenzio lungo 5 anni

Mentre la Rai naviga in acque in tempesta, con 350 milioni di debito da risanare, e nel frattempo vara un Piano di emergenza da 95 milioni fino al 2014 che taglia ogni cosa, rimangono oscuri i costi della tv pubblica sulle ignote e sicuramente ingenti consulenze esterne richieste in questi anni di sprechi e di bilanci in rosso. Lo svela Stefano Sansonetti sul quotidiano Italia Oggi.

Il portale Rai sui contratti di consulenza è presente sul Web e ha da poco compiuto cinque anni. Peccato che in questo lasso di tempo sia sempre rimasto vuoto, concedendo al massimo la scarna dicitura «lavori in corso». Di cosa si tratta? Dell’indirizzo internet www. contrattidiconsulenza.rai.it, in sostanza il sito che dal 2007, secondo la normativa di allora, avrebbe dovuto finalmente contenere un preciso elenco di tutti i consulenti sul libro paga della Rai-Radiotelevisione italiana. In particolare è stata la Finanziaria del 2008 (legge 244/2007) a stabilire che le consulenze a carico delle finanze pubbliche devono essere pubblicate sul sito dell’amministrazione di riferimento. Se questo non avviene, i singoli atti di spesa non possono avere corso. Ma il sito ad hoc della Rai, in cinque anni, è sempre puntualmente risultato vuoto.

Insomma, degli incarichi, ricchi e numerosi, conferiti da mamma Rai, oggi guidata dal direttore generale Lorenza Lei, non si sa praticamente niente. O meglio, si sa quel pochissimo che filtra attraverso le analisi di gestione finanziaria dell’azienda televisiva compiute dalla Corte dei conti. La quale, però, riesce a dar conto solo di pochissime collaborazioni. Per l’esercizio 2009, per esempio, risulta che l’insieme dei rapporti, cifrati dai giudici contabili, è costato all’azienda tv 189.631 euro. Viene fatta una divisione per oggetto delle consulenze, e secondo la Corte dei conti nel 2009 il numero complessivo dei rapporti sarebbe stato pari a nove. In pratica un minimo spicchio di una torta che pesa molto di più sui conti della Rai.

A questa situazione di silenzio pressoché integrale, però, non si è arrivati solo per colpa della spa pubblica. All’azienda è sicuramente imputabile una certa pigrizia, ma soprattutto la furbizia di aver sfruttato una normativa spesso incerta e ancora più spesso rinviata nel tempo, sopprattutto per ciò che concerne i provvedimenti attuativi. A chiarirlo è la stessa Corte dei conti nel più recente screening effettuato sulla Rai, relativo alla gestione finanziaria per gli anni 2008 e 2009. Dopo aver precisato che la prima normativa in materia era quella contenuta nel comma 593 dell’art. 1 della legge 296/2006 (la Finanziaria 2007), poi cambiata dai commi 43 e 44 dell’art. 3 della legge 244/2007 (la Finanziaria Lorenza Lei 2008), i giudici contabili ricordano che l’entrata in vigore della disciplina è stata prima sospesa e successivamente ancora differita. Fino a quando la legge 129/2008, di conversione del dl 97/2008, ha subordinato l’applicazione dell’obbligo di pubblicazione delle consulenze, così come risultante dai commi 44-52 della legge 244/2007, all’entrata in vigore di un decreto del presidente della repubblica da emanarsi entro il 31 ottobre 2008, termine poi differito al 2 settembre del 2010.

Il dpr è finalmente intervenuto il 5 ottobre 2010 (n.195), per essere pubblicato in gazzetta il 25 novembre dello stesso anno. Conclusione, la Finanziaria del 2008 si applica a tutti i contratti di consulenza stipulati dopo l’entrata in vigore del già citato dpr. Peccato che ancora nel 2011, nonostante il perfezionamento del farraginoso iter, non si sia mai trovata traccia di consulenze sul sito www.contrattidiconsulenza.rai.it. Indirizzo sempre più vuoto e sempre più inutile.

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