Beauty Contest. Polillo: “il governo forse rivedrà le procedure di gara per le frequenze tv”

Roma – Sotto un coro di voci bipartisan che richiedono con insistenza la modifica dell’oramai famoso concorso di bellezza (Beauty Contest), che andrà ad assegnare (gratis) 6 frequenze tv ai soliti operatori tv nazionali, il nuovo governo Monti prima nicchia, poi accenna un cambiamento. «Forse si rivedrà la procedura per l’assegnazione delle frequenze tv liberate con il passaggio al digitale terrestre e per le quali è in corso una gara con il metodo del beauty contest» ha dichiarato ieri il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo intervenendo ad una trasmissione televisiva. «Forse», ha risposto Polillo al giornalista di Sky Tg24 che gli chiedeva se l’esecutivo metterà mano alla gara per i multiplex televisivi.

Nessuno tra le parti politiche, sociali e industriali, escludendo Berlusconi e suoi fedelissimi del Pdl, vorrebbe regalare a Rai e Mediaset (più TI Media) delle frequenze tv che potrebbero valere 2,4 miliardi di euro se messe in vendita in una regolare asta pubblica. Per il prof Antonio Sassano, ordinario di Ricerca operativa all’Università Sapienza di Roma ed esperto di frequenze, e per il prof Carlo Cambini, associato al Politecnico di Torino, il bando e il disciplinare del concorso violano i principi di neutralità del servizio e della tecnologia, favorendo in modo incontestabile solo i vecchi incumbent del mercato televisivo italiano, e assegnando inoltre agli stessi le frequenze migliori (canali 55 e 58 UHF). Una non-gara che, come Tv Digital Divide denuncia da parecchi mesi, non riuscirà mai ad aprire il mercato tv, ma anzi lo renderà ancora più cristallizzato consegnando di fatto la sesta frequenza sia alla Rai sia al Biscione.

Secondo il professor Sassano e il prof Cambini come primo passo il nuovo ministro Passera dovrebbe concedere l’uso delle frequenze ora impegnate per la tv mobile (via telefonino) alle trasmissioni in DVB-T, cioè quelle televisive del digitale terrestre. 3 Italia ha già fatto richiesta per la conversione, Mediaset invece, teoricamente, convertendo il suo mux DVB-H potrebbe rinunciare alle pretese sulla frequenza 58 UHF, in palio nel beauty contest. TI Media invece potrebbe ottenere la frequenza del lotto C della gara che rivendica da tempo, mentre la Rai, restituendo una frequenza in VHF (canale 11 che usa per sperimentazioni) e il canale extra che possiede in ogni regione, potrebbe aggiudicarsi un multiplex tra il 55 e il 58 UHF, per rendere ancora più efficiente il servizio pubblico. I restanti 4 mux, del valore di 1,6 miliardi, potrebbero essere messi all’asta in una gara competitiva per operatori di rete “puri” (che non producono anche contenuti), con due terzi della capacità trasmissiva da destinare ai nuovi entranti e un terzo assegnato alle tv locali, emittenti private ultimamente di ben 9 canali, ma che per legge dovrebbero avere 1/3 della capacità trasmissiva dello spettro. Secondo Sassano un’asta così composta sarebbe appetibile per gli operatori di rete di telefonia mobile come DMT, Arquiva, TDF, ed escluderebbe quelli verticalmente integrati (che possegono la rete di distribuzione e producono contenuti, come Rai, Mediaset e TI Media).

Nei giorni scorsi l’emittente Sky, che fa capo al gruppo del mangnate australiano Rupert Murdoch, ha annunciato il suo ritiro dal beauty contest lamentando che la procedura di assegnazione favorisce Rai e Mediaset. L’Unione europea ha accettato il beauty contest perché il governo italiano ha detto che avrebbe assicurato l’aumento della concorrenza nel settore, da più di vent’anni monopolizzato da Rai e Mediaset, offrendo la possibilità di entrare nel mercato del digitale in chiaro anche a Sky. La UE però ha vietato a Sky di trasmettere le trasmissioni criptate e a pagamento sulla piattaforma digitale terrestre per almeno 5 anni.

Fonte: Reuters | la Repubblica

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