RaiWay, spunta l’ipotesi della vendita a Terna

Nei Cda della tv pubblica della vendita dell’asset di RaiWay se ne parla da anni. Una cessione che andrebbe a inquadrarsi nella strategia di esternalizzazioni di numerosi asset della Rai, che deve far fronte a un gigantesco indebitamento (350 milioni). Ma nulla è stato fatto concretamente dai dirigenti Rai. A parte provocare le vibranti proteste dei dipendenti della tower company pubblica, e imporre in modo sostanziale la riduzione delle risorse e dei finanziamenti a disposizione della società impegnata di questi tempi nella conversione tecnologica al digitale terrestre durante i vari Switch-off delle regioni italiane.

Ma secondo Repubblica Affari&Finanza ora ci sarebbero delle voci che indicano la vendita della società di RaiWay, che vanta il secondo parco di torri di trasmissioni braodcasting in Italia (1000 siti più altri 1400 in affitto), dopo la fusione tra DMT e Elettronica Industriale (Mediaset), all’operatore di reti per la trasmissione dell’energia Terna di Flavio Cattaneo. La cessione, oltre alla rete di torri, comporterebbe il passaggio di una parte importante dei 600 dipendenti RaiWay.

La società di Cattaneo in via ufficiale smentisce l’interessamento, che secondo Repubblica Affari&Finanza potrebbe danneggiare la stessa Terna nel mercato delle infrastrutture di rete che si porrebbe in diretta concorrenza con Fi2 di Vito Gamberale. Se la vendita andasse in porto, RaiWay avrebbe l’occasione di investire con le nuove risorse su una rete tv di nuova generazione attraverso le nuove forme di distribuzione convergenti della rete Internet. Cioè quello che già sta attuando Mediaset con le nuove offerte commerciali di Premium Play e di Premium On Demand. Nel frattempo però la tower company pubblica è bloccata e privata di molte risorse (dal 2008 ha investito 450 milioni per gli switch-off del digitale terrestre) anche a causa dei cattivi rapporti tra il dg della Rai Lorenza Lei e l’ad di RaiWay Stefano Ciccotti.

Il passaggio al digitale terrestre nel prossimo anno andrà a coinvolgere le regioni del sud Italia e RaiWay con gli ultimi 50 milioni di euro potrà terminare la conversione tecnologica e liberare le frequenze che dovranno essere assegnate gratis alle tv nazionali nel concorso di bellezza (il famoso beauty contest). Una gara pubblica non competitiva che però continua a subire rimandi e rischia la cancellazione, tra i numerosi ricorsi al Tar, la polemica fuoriuscita di Sky, e le pioggie di critiche che giungono dalla politica e dal mercato a causa del solito conflitto di interessi pro-Mediaset.

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