La3 si accende sul digitale terrestre in DVB-T

La tv via cellulare non è stata proprio un successo in Italia. Anzi. Oltre a Vodafone, che continua a trasmette i propri servizi tv sulle frequenze di Mediaset (per la precisione sul Mux 3), non è rimasto più nessun operatore sul mercato. Telecom Italia e 3 Italia hanno infatti dismesso  tutti i canali e le trasmissioni veicolate con lo standard DVB-H.

H3G però possiede decine di preziosissime frequenze nazionali, liberate dalle trasmissioni via cellulare, che potrebbero rivelarsi un vero e proprio tesoro televisivo trasformandosi, previa autorizzazione, in canali tv. La società di proprietà della multinazionale cinese Hutchison Whampoa Limited ha già richiesto al Ministero dello Sviluppo il via liberà per l’uso della porzione di spettro elettromagnetico attraverso lo standard DVB-T (cioè quello per il digitale terrestre), che a quanto pare è stato quasi concesso.

Secondo il quotidiano La Repubblica, nelle ultime ore agonizzanti della gestione del ministro Romani (Pdl), il dicastero dello sviluppo ha inviato una lettera all’Agcom per approvare la richiesta di 3 Italia. La missiva è partita da una specifica Direzione Generale del ministero, quella per i Servizi di Comunicazione elettronica e di Radiodiffusione, e allegava la relazione con cui H3G dichiara di voler lanciare i propri canali sulla televisione digitale terrestre su quelle frequenze.

Alla luce dell‘improvvisa apparizione di ieri del canale La3, con numerazione 134, sulle frequenze 37 UHF ricevibili da alcuni modelli di decoder per il digitale terrestre nelle zone della provincia di Roma, a Trieste e in Lombardia, sembra proprio che l’Agcom abbia dato l’ok, riservandosi l’ultima parola sul cambio di destinazione d’uso delle frequenze di 3 Italia. La pratica H3g finirà sicuramente anche sulla scrivania del nuovo presidente Antitrust, Giovanni Pitruzzella, perchè assegnare di fatto dei nuovi canali tv a nuovo operatore (che tra l’altro è in gara anche nel concorso di bellezza, il beauty contest) significa infatti cambiare gli equilibri concorrenziali del mercato della tv.

3 Italia, in ogni caso, è decisa ad andare avanti. Ha acceso i suoi canali (forse in via sperimentale), già presenti sul satellite di Sky. E rimane in silenzio totale per protegge la sua iniziativa sulle frequenze e la sua relazione (di cui ha negato l’esistenza, finché ha potuto). La partita in gioco è chiara. Le frequenze per la televisione via cellulare (in DVB-H) hanno un valore relativo. Le frequenze abilitate anche alla trasmissione del digitale terrestre classico e televisivo hanno un valore enorme, anche se lo Stato ne sta regalando 6 alle tv nazionali. Appena la crisi economica avrà allentato la sua morsa, Mediaset, Rai, Telecom o Sky potrebbero bussare alla porta di H3g e provare l’acquisto delle frequenze nobilitate. Per questo, la trasformazione dei multiplex di 3 Italia potrebbe avere significati industriali, e politici, molto forti.

H3g possiede decine di frequenze poco utilizzate, che sono autorizzate alla trasmissione della tv via cellulare (secondo la tecnica Dvbh). Frequenze che appaiono oggi come un’autostrada larga e nuova dove però non transitano tante macchine. Ora H3g chiede che queste frequenze possano cambiare targa per veicolare anche programmi televisivi classici, irradiati con la tecnica del digitale terrestre (la stessa che usano Rai, Mediaset o la 7).

Lo scrive oggi la Repubblica, aggiungendo che nelle ultime ore della gestione del ministro Romani (Pdl), il ministero ha scritto una lettera all’Agcom. Oggetto, il cambio di targa delle frequenze di H3g. La missiva è partita da una specifica Direzione Generale del ministero, quella per i Servizi di Comunicazione elettronica e di Radiodiffusione. E allega la relazione con cui H3g annuncia che vuole fare la televisione classica su quelle frequenze (e non più solo la tv per cellulari).

Il Garante per le Comunicazioni, secondo Repubblica, ha già letto la missiva del ministero e la relazione di H3g. Ed ha spedito una risposta, ma prudente e interlocutoria. Il Garante pensa di avere l’ultima parola sul cambio di destinazione d’uso delle frequenze, essendo suo il “piano regolatore” del settore (lo ha scritto nella famosa delibera 300 del 2010).

Spetta al Garante, insomma, stabilire come questa o quella società possa utilizzare le sue frequenze. La pratica H3g finirà anche sulla scrivania del nuovo presidente Antitrust, Giovanni Pitruzzella. Assegnare di fatto una nuova televisione classica ad H3g — effetto del cambio di targa delle sue frequenze — significa cambiare gli equilibri concorrenziali nel settore della tv.

Le frequenze per la televisione via cellulare (in Dvbh) hanno un valore relativo. Frequenze abilitate anche alla trasmissione del digitale terrestre classico e televisivo avrebbero un valore enorme. Mediaset, Rai, Telecom o Sky potrebbero bussare alla porta di H3g e provare l’acquisto delle frequenze nobilitate. Per questo, quel cambio di targa ha significati industriali, e politici, molto forti.

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