Mediaset e Mondadori si prendono pure gli spot del governo

Da un articolo di Carlo Tecce su il Fatto Quotidiano del 26/10/2011:

Odore di santità. Non mentono, per carità, le narici di Bruno Vespa: il Cavaliere è uno e trino. Finalmente l’agiografia è completa. E per ragioni terrene, di soldi, di milioni, di euro. Un certo Silvio Berlusconi indirizza la pubblicità istituzionale (non abbandonate i cani, pagate le tasse…) verso una certa Publitalia, la concessionaria di una certa Mediaset: 4,659 milioni di euro su 21,466 milioni stanziati nel 2010 per radio, giornali e televisioni, cioè il 21,70% del totale.

Risposta automatica: chiaro, le solite televisioni che s’abbuffano sul mercato. Falso. Perché a Sky e La7 finiscono spiccioli: 191 mila euro per l’azienda di Murdoch (l’intera piattaforma satellitare!), 333 mila euro per Telecom Italia Media (il rampante terzo polo!). La tavolata di B. è lunga e larga come il portafoglio d’affari: c’è pur sempre Mondadori, 1,456 milioni di euro, quasi 8 volte l’elemosina per Sky.

L’appello è finito. Però, manca un’emittente importante, storica, nazionale: già, la Rai. I dirigenti di Sipra (teoricamente) hanno trasmesso pubblicità di ministeri vari e presidenza di palazzo Chigi per un valore di 890 mila euro, ma (praticamente) hanno incassato zero euro perché viale Mazzini è obbligata a concedere spazi gratuiti al governo. Un malloppo di soldi pubblici, senza controlli e senza controllori, viene distribuito fra amici di amici e, forse per casualità, al gruppo di Berlusconi. Ci sono i giornali, trattati più o meno per la tiratura dichiarata. Ci sono le radio, e l’eccezione di Rtl 102.5 con 489 mila euro.

I numeri più strani interessano il Cavaliere. Sarà pur vero che il governo, a secco, riduca l’investimento pubblicitario e chieda sconti, ma i soldi che scappano seguono precise direzioni. Nei primi sette mesi del 2011, mentre il fidato Paolino Bonaiuti strangola i fondi per l’editoria (ormai l’Avanti! e Lavitola sono latitanti), Palazzo Chigi e undici ministeri hanno speso 8 milioni di euro, di cui 2,2 per le televisioni. Prendete la torta di 2,2 milioni di euro, non dividetela per parti uguali oppure per valore di mercato: l’ascolto di La7 l’anno scorso valeva 10 volte meno di Mediaset, 3,7% di share contro 35,23. La fetta più grande, che sfiora il 90%, è distrattamente offerta a Publitalia del Cavaliere (1,9 milioni di euro).

Per succhiare un pizzico di euro in più, il Biscione ha creato Digitalia 08 per i canali digitali racimolando 62 mila euro, circa la metà dei 100 mila euro arrivati a Sky (che sul satellite s’aggira intorno al 9% di share). Mediaset ha un rapporto anomalo con la pubblicità, benedetto, forse miracoloso: nel 2010 i ricavi sono cresciuti di 160 milioni di euro, segnando la cifra mostruosa di 2,413 miliardi di euro (esatto, miliardi). E l’impennata coincide con il ritorno al governo di Berlusconi.

Curiosi gli investimenti pubblicitari di Eni ed Enel, citati anche dal Corriere Economia. Capitolo Eni. Ancora doloranti per la crisi finanziaria, nel 2009 viale Mazzini (8,9 milioni di euro) e il Biscione (12,7 milioni) sembrano appaiati: nel 2010 a Mediaset vanno 21,2 milioni di euro, mentre la Rai si ferma a 13 milioni. Capitolo Enel. Il confronto non regge: nel 2010 Mediaset riceve 19 milioni di euro, la Rai è inchiodata a 10,9 esattamente come nel 2009. Nel 2007, durante il governo Prodi, Mediaset arrancava: un pò con Eni (12,9 milioni), moltissimo con Enel (10 milioni). Non si capisce perché. Le vie pubblicitarie sono infinite, e odorano di santità.

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