Banda Larga: niente fondi dalla Legge di Stabilità (ancora una volta)

Il Consiglio dei Ministri, dopo il tribolato voto di fiducia di oggi, ha deciso che non sarà elargito un euro per lo sviluppo della banda larga, tanto per cambiare. Il Cdm ha dato il via libera alla Legge di Stabilità che conferma che il 50% dei proventi aggiuntivi dell’asta per le frequenze LTE ( pari a 770 milioni di euro) non saranno destinati nè al comparto delle telecomunicazioni nè allo sviluppo di reti in fibra. I ricavi in eccedenza della gara pubblica del 4G (1,5 miliardi) saranno equamente distribuiti al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato e al fondo del ministero dell’Economia per interventi urgenti.

Ancora una volta le promesse del ministro Romani sulla banda larga italiana si rivelano bolle di sapone. Nessun finanziamento per ridurre il digital divide e nessuno fondo per la costruzione delle reti a banda larga o NGN, che a suo tempo lo stesso Romani definiva un passo strategico e prioritario del governo. Anche se pare che il ministro si sia più o meno battuto per ricevere i ricavi dell’asta.

La crescita e diffusione della banda larga in questo paese nemico della Rete continua a rimanere paralizzata, fin dal famoso congelamento da parte del CIPE degli 800 milioni di risorse pubbliche del lontano 2009, nonostante la costituzione di Piano Nazionale e l’impegno (più che altro la favola) del Ministero di portare Internet veloce in tutta Italia entro il 2012. L’ultima speranza resta quella della Cassa depositi e prestiti: il testo finale della Legge di Stabilità avrebbe previsto (ma si tratta solo di un’indiscrezione del Corriere delle Comunicazioni) il finanziamento della banda larga attraverso i fondi della Cassa con modalità e tempistiche da definire.

Fonte: corrierecomunicazioni.it

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