Gentiloni (PD): “asta LTE risorsa per abbattere il digital divide”

Dalla gara pubblica per le frequenze, quelle per la banda larga mobile acquistate dalla compagnie telefoniche, arriveranno nelle casse dello Stato ben 3,95 miliardi di euro. Un incasso record mai registrato per un’asta che ha messo in palio le licenze d’uso dello spettro elettromagnetico e che neppure il ministro Romani si aspettava. Ora il dilemma da parte del governo è come ripartire questi ingenti ricavi che andranno sicuramente a ripianare il Biliancio Pubblico, ma potranno anche essere reinvestiti nel settore delle comunicazioni.

L’ex-ministro alle comunicazioni Paolo Gentiloni in una lettera inviata al direttore di Repubblica, Ezio Mauro, e pubblicata su Repubblica Affari&Finanza di oggi, spiega per quale motivo sarebbe la soluzione migliore puntare sugli investimenti nel settore dell’ICT, che secondo un recente studio condatto da Oxford Economics potrebbero innalzare la produttività del paese con un incremento del PIL pari al 7%. Anche l”Agcom, afferma Gentiloni, insiste su questo punto, sostenendo che il solo aumento del 10% della diffusione della banda larga in questo paese produrrebbe l’incremento dell‘1% del PIL.

Il parlamentare del PD accusa però il governo, troppo “televisivo“, di non avere mai pianificato seriemente un’Agenda Digitale, e aggiungo io, di avere spostato e investito gran parte dei fondi da destinare allo sviluppo delle reti Internet verso la tecnologia preferita del premier del digitale terrestre. Ora si presenta un’altra occasione, prosegue Gentiloni, con i 1,5 miliardi di ricavi aggiuntivi provenienti dall’asta LTE, che in parte dovranno essere destinati alle tv locali per compensare la sottrazione forzata delle frequenze, e in parte potrebbero ricadere sugli investimenti per la banda larga, per eliminare l’assurdo digital divide italiano e per promuovere la domanda.

Se il Ministero dello sviluppo avesse messo in vendita anche le 6 frequenze del beauty contest, che si appresta invece a regalare alle tv nazionali, lo Stato avrebbe avuto l’opportunità di ricavare almeno un altro miliardo e mezzo. Secondo, Gentiloni infatti, i canali 55 e 58 UHF che verranno riassegnati quasi sicuramente nel concorso di bellezza ai due incumbent della televisione (Rai e Mediaset) potrebbero valere 330 milioni di euro ciascuno.

Gentiloni perciò propone con gli incassi della gara del 4G di eliminare il digital divide almeno nei principali 60 distretti industriali del paese, di ridurre temporaneamente l’Iva sul commercio elettronico, e di introdurre incentivi per la domanda di banda larga per i giovani e le PMI. L’ex-ministro è invece critico sulla sorprendente iniziativa di Romani che vorrebbe mettere 300 milioni per lo sviluppo delle reti di nuova generazioni in fibra ottica. Il progetto FiberCo in effetti è ancora in fase di stallo, che comunque riduce l’Italia tra gli ultimi paesi in Europa per penetrazione della fibra (dati Idate), bloccato dai disaccordi e dalla competizione tra Telecom Italia e le altre grandi compagnie telefoniche.

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