Il digitale terrestre che non c’è

Lo Switch-off è arrivato nel nord Italia. La tv digitale terrestre in molti casi no. La vecchia tv analogica, come previsto, si è spenta e poi il buio catodico, che ha lasciato orfani delle soap, dei reality show, del calcio e dei Tg i telespettatori della Lombardia, del Piemonte, dell’Emilia-Romagna, del Veneto e del Friuli in questi frenetici giorni di caos televisivo.

Ignari della tempesta in arrivo, gli utenti tv hanno acquistato, volenti o nolenti, i loro scintillanti decoder e hanno atteso fiduciosi l’inevitabile. C’è pure chi previdente ha speso centinaia di euro per adeguare l’impianto di ricezione, per poi sentirsi dire dal tecnico antennista che sono cambiate le frequenze e si deve rifare tutto daccapo. C’è chi ha acquistato 5 decoder per ricevere la nuova tv su tutti i propri televisori, i quali al passaggio hanno disegnato dei perfetti schermi neri digitali. E chi, ingegnandosi alla MacGyver, ha posizionato la propria antenna tv nella direzione più probabile, “puntando” tutto sul ripetitore più quotato.

Ma nulla di tutto ciò è servito e i canali sono inesorabilmente scomparsi. Sono svaniti nel nulla, come i servizi di assistenza e di informazione al pubblico che le Autorità e gli enti preposti al passaggio avrebbero dovuto garantire. DGTVi, l’associazione italiana per lo sviluppo del digitale terrestre, i giorni prima dello Switch-off si prodiga, attraverso comunicati e annunci trionfali del suo presidente Andrea Ambrogetti (Mediaset), a rassicurare i telespettatori sulla semplicità e sulle conquiste del digitale. Mai una volta è intervenuta in aiuto dopo, a disastro compiuto, quando più di ogni altro momento ci sarebbe bisogno di informazioni utili e soluzioni pratiche e organizzative.

Il Ministero dello sviluppo economico (dipartimento comunicazioni), come in ogni Switch-off, ha gentilmente messo a disposizione il suo Call Center raggiungibile col solito numero verde per l’utenza in difficoltà e bisognosa di informazioni. Ma in seguito alla solita prevedibile ondata di decine di migliaia di chiamate fin dalle prime ore dell’olocausto televisivo (sono state registrate 2500 chiamate all’ora), il servizio ha fornito nei giorni a seguire una sterile e poco utile informazione attraverso gli irritanti messaggi automatici.

Una telespettatrice sul quotidiano La Stampa scrive: «Ho chiamato il numero verde e la vocina registrata mi ha comunicato che entro il 15 dicembre tutto sarà perfetto. Sorge spontanea una domanda: di che anno?».

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