FRT: col passaggio al digitale terrestre e il calo della pubblicità, tv locali in ginocchio. Necessario un sostegno economico dal MSE

La Federazione Radio Televisioni, in rappresentanza delle centinaia di emittenti locali sparse per il paese, lancia un appello, che ha il sapore dell‘ultimo disperato grido di aiuto per il settore delle tv locali che sembra sull’orlo del tracollo:

E’ necessario intervenire con urgenza per sostenere le tv locali in questo momento di estrema difficoltà economica. E’ quanto richiesto dal Presidente dell’Associazione Tv Locali FRT, Maurizio Giunco, con una lettera inviata oggi al Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani.

Giunco ha richiamato l’attenzione del Ministro sulla necessità di rifinanziare il principale strumento di sostegno alle imprese del settore,  la Legge 488/98, ricordando  che originariamente le somme stanziate a favore dell’emittenza locale ai sensi dell’art.10 della L. 422/93 (dalla quale ebbe origine, appunto, la L. 448/98) erano rapportate al canone RAI. L’importo iniziale era stato quantificato in 376 miliardi di lire, somma rapportata al canone RAI di quell’anno. Dal 1993 ad oggi il canone Rai è stato incrementato del 39,7%, pertanto anche la quota da destinare all’emittenza locale sarebbe dovuta crescere nella stessa misura arrivando ad oggi a 270 milioni di euro attuali.

La richiesta, che in ogni caso tiene conto del momento di crisi economica mondiale e delle esigenze del paese,  è di destinare alle emittenti locali almeno 150 milioni di euro all’anno per il prossimo triennio, importo in linea con le misure di sostegno degli ultimi due anni.

La consapevolezza della correlazione fra lo sviluppo del sistema televisivo locale e la crescita delle piccole e medie imprese – si legge nella lettera – ha indotto il parlamento ad approvare  l’art. 10 della Legge 422/93 che destina alle emittenti locali una cifra pari a 250 milioni di euro, da prelevare dalle risorse derivanti dal canone Rai, che i cittadini versano ogni anno.

Purtroppo alle emittenti locali questi fondi non sono mai arrivati per intero. Per il 2011 l’importo complessivo è stato addirittura fissato a meno di un quarto (60 milioni di euro) dell’ammontare previsto dalla legge. Il forte calo delle entrate pubblicitarie registrato nel biennio 2008/2009 e gli impegnativi investimenti richiesti per il passaggio al digitale terrestre hanno messo  a dura prova  la tenuta del sistema. Nell’esercizio 2008 il settore ha realizzato perdite per oltre 41 milioni di euro  e le previsioni per il 2009 sono decisamente peggiori. tenuta del sistema. Nell’esercizio 2008 il settore ha realizzato perdite per oltre 41 milioni di euro  e le previsioni per il 2009 sono decisamente peggiori.

Ciò ha costretto non poche emittenti a dover ricorrere alla cassa integrazione al fine di salvaguardare la continuità aziendale e i livelli occupazionali.

Il prolungarsi della crisi economica unitamente alla oggettiva difficoltà di riposizionamento delle tv locali nel nuovo scenario del digitale terrestre, certamente non agevolato da alcuni interventi “istituzionali” quali la soppressione delle provvidenze all’editoria, il nuovo piano nazionale delle frequenze e la tardiva regolamentazione dell’LCN, rischia seriamente di far chiudere i battenti a molte tv locali.”

“Dal quadro sopra descritto – conclude Giunco – emerge chiaramente l’esigenza vitale di un maggiore sostegno economico alle imprese del settore.

Per questo motivo Le chiedo di voler intervenire affinché l’ammontare complessivo del contributo previsto per il triennio 2010-11-12, sia portato quantomeno a 150 milioni di euro, somma indispensabile per agevolare il processo di digitalizzazione e garantire la sopravvivenza dell’emittenza locale in attesa della ripresa dell’economia”.

Il costi del passaggio delle tv locali in tecnica digitale, il calo degli investimenti degli inserzionisti nella pubblicità tv, e le sconsiderate scelte sulla numerazione automatica dei canali che han causato la difficoltà ad essere ritrovati sul telecomando, sono solo alcune delle cause di una crisi del comparto radiotv locale in grado di minare profondamente il pluralismo dell’offerta di informazione.

Gli effetti del tracollo del sistema delle emittenti locali sono già visibili e ben evidenti dove la rivoluzione del digitale terrestre è già passata. Nel Lazio a un anno dallo Switch-off il sistema radiotelevisivo regionale è abbandonato a se stesso, molte emittenti sono state costrette alla definitiva chiusura. Una crisi che si propaga in tutto l’indotto. FRT e Aeranti-Corallo hanno chiesto con forza un immedianto rifinianziamento da 26 milioni di euro del bando televisivo già emesso dalla Regione Lazio contro la crisi di un settore che conta 60-70 milioni di fatturato e un migliaio di addetti.

La commissione “Vigilanza sul pluralismo dell’informazione” del Consiglio regionale del Lazio, ha annunciato il presidente Francesco Scalia (Pd), presenterà una mozione per chiedere che sia rifinanziato tale bando. «E’ una situazione difficile – osserva Scalia – è un’emergenza che condiziona il sistema radiotelevisivo privato locale. Consentire lo sviluppo e l’indipendenza di queste imprese è garanzia di pluralismo».

In vista dei prossimi Switch-off nel sud e nel centro Italia, molte regioni si preparano al passaggio al digitale terrestre, consapevoli dei rischi e delle problematiche di assegnazione delle frequenze (soprattutto per l’area adriatica), con le intenzioni di tutelare le proprie emittenti locali. Ad esempio negli ultimi giorni la Regione Molise ha approvato un Bando pubblico che stanzia 1 milione di euro, in regime di aiuti de minimis, per favorire il passaggio delle trasmissioni televisive dal sistema analogico al digitale terrestre per le emittenti ”legittimamente operanti con impianti nella regione”.

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