Agcom: “sviluppo Banda Larga determinante per il paese”. Il governo però si occupa solo di digitale terrestre

«Il nostro Paese ha retto meglio di altri alla crisi finanziaria bancaria, ma nel momento in cui si prospetta l’uscita dalla crisi l’Italia resta indietro, con una previsione di crescita di PIL inferiore a quella degli altri Paesi». A dirlo è il presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, in un intervento sul Il Sole 24 Ore di questa mattina. Calabrò ha sottolineato che «un recente studio dell’OCSE indica in 1,5 punti il ritorno in termini di sviluppo del PIL degli investimenti nella banda larga» e che «la trasformazione del sistema produttivo italiano in un’economia digitale può essere una delle determinanti della ripresa economica».

Il presidente ricorda poi che «l’Italia con 15 milioni di telefoni intelligenti, è leader in Europa, ma sulle politiche infrastrutturali è in una posizione di arretratezza profonda, e un Paese senza ossatura è molle». Per Calabrò è «fondamentale che le iniziative particolari siano riconducibili ad un piano organico, bisogna fare un sistema; per cui spetta al Governo fare da cabina di regia». Tuttavia, spiega Calabrò, «è fondamentale l’interazione degli operatori delle telcom, in primis di Telecom Italia, che ha la rete più estesa». Il numero uno dell’Agcom assicura poi che «lo sviluppo della fibra può essere in larga parte autosostenuto se si sceglie il modello adatto, come si e’ fatto con il digitale terrestre».

Resta però ancora tutto da fare. Il governo e il Ministero dello sviluppo economico hanno anticipato e portato avanti la rivoluzione tecnologica del digitale terrestre, senza minimamente occuparsi dei problemi infrastrutturali che affliggono il paese per la diffusione della banda larga. Sono stati bloccati i fondi per questo sviluppo, e non è stato fatto nulla per combattere l’analfabetizzazione informatica dei cittadini. I pochi finanziamenti elargiti e gli interventi con gli enti locali risultano insufficienti, e il palliativo dei bonus per gli abbonamenti ADSL e banda larga mobile (qui un elenco di tutte le offerte) sembra più che altro un incentivo economico a favore delle aziende di telecomunicazione.

Il viceministro allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni Romani sembra preoccuparsi esclusivamente degli affari del dtt, ma con grande piglio afferma in un’intervista al Gr Parlamento: «auspico la conclusione del progetto di Italia Digitale (l’organismo che coordina il passaggio alla Tv digitale terrestre) come i grandi paesi occidentali». La prima rivoluzione ed evoluzione è il passaggio al digitale (terrestre) che consentirà a chi fa televisione, in primis al servizio pubblico, di incrementare l’offerta di programmi. In questo incremento, c’è anche la possibilità di approfondimento su tematiche che le tv generaliste tradizionalmente non fanno». Purtroppo il viceministro sa benissimo che la Rai è sommersa dai debiti e sta costantemente perdendo fette di mercato.

«La seconda grande rivoluzione – ha continuato Romani – sarà quella della piattaforma di banda larga che insieme alla piattaforma del digitale terrestre contribuirà a rendere più moderno questo paese nell’accesso ai tanti contenuti. L’auspicio del Governo è che in pochi anni si possa arrivare a concludere il progetto di Italia Digitale che già appartiene agli Stati Uniti, alla Francia e alla Gran Bretagna. Quindi  noi ci adegueremo e avremo lo stesso passo dei grandi paesi occidentali».

Per ora si è visto poco. Speriamo che questo auspicio non sia dello stesso tono delle assurde e irriverenti promesse del premium Berlusconi e non siano troppo occupati a sconfiggere il cancro…

Fonti:  key4biz.it |   borsaitaliana.it

2 thoughts on “Agcom: “sviluppo Banda Larga determinante per il paese”. Il governo però si occupa solo di digitale terrestre

  1. (ASCA) – Roma, 16 apr – Il Consiglio dell’Autorita’ per le garanzie nelle comunicazioni, presieduto da Corrado Calabro’, ha approvato la consultazione pubblica sullo schema di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre e di modalita’ di attribuzione dei numeri ai fornitori di servizi di media audiovisivi. La consultazione avra’ una durata di 15 giorni. Lo rende noto un comunicato che aggiunge che sulla base dei criteri previsti dalla legge, che attribuisce all’Agcom il compito di predisporre il piano dell’ordinamento automatico dei canali e al Ministero dello Sviluppo Economico quello di assegnare le numerazioni per ciascun programma autorizzato, l’Autorita’ ha posto a consultazione i seguenti criteri: i numeri da 1 a 9 ai canali generalisti tradizionali; i numeri da 10 a 19 alle emittenti locali ex analogiche di particolare valore e radicamento sul territorio; i numeri da 20 a 70 ai canali digitali nazionali suddivisi per generi di programmazione; i numeri da 71 a 100 alle altre emittenti locali. Per i numeri da 100 a 200 verra’ ripetuta la stessa sequenza. Le numerazioni per i canali a pagamento partiranno dal numero 300, mentre i numeri da 500 a 599 saranno destinati alle trasmissioni in HD, i canali da 600 a 699 saranno invece dedicati ai servizi radio. La consultazione servira’, tra l’altro, ad approfondire gli aspetti relativi alle abitudini e preferenze degli utenti. L’Autorita’ ha anche previsto l’introduzione, per i decoder digitali, compresi i televisori integrati, una modalita’ di navigazione aggiuntiva rispetto all’ordinamento automatico, che consentira’ di visualizzare la lista di tutti i canali disponibili suddivisi per genere di programmazione. Tutto cio’ al fine di facilitare l’uso dei decoder da parte degli utenti, e rendere meno rilevante il posizionamento dei canali sul telecomando. E’ inoltre previsto che i provider potranno proporre delle liste personalizzate.

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