Digitale terrestre, cosa accadrà nel 2010?

La transizione alla tv digitale terrestre in questo 2010 appena cominciato coinvolgerà diverse regioni del nord  Italia. Il calendario ufficiale del passaggio verrà definito intorno al 20 gennaio dal Cnid (Comitato Nazionale Italia Digitale), un organismo statale e privato composto dal Ministero per le comunicazioni, da DGTVi e dall’Agcom. Come ho già postato qualche mese fa, si presume fortemente che la pianificazione degli switch-over e degli switch-off nelle regioni della Lombardia e del Piemonte orientale sarà probabilmente posticipata al secondo semestre del 2010. In questo modo la digitalizzazione della tv coinvolgerà in un unico tempo tutto il nord Italia comprendendo anche le regioni Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Liguria.

Le ragioni dello slittamento degli switch-off sono da ricercare prima di tutto nelle imminenti elezioni regionali (in Veneto, Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna) nel mese di marzo. La classe politica ha timore che i soliti problemi del dtt possano influire negativamente sull’elettorato. Inoltre i disservizi del passaggio al digitale nel mese di giugno, data dei Mondiali di calcio, provocherebbero probabilmente una sollevazione nazional-popolare. In ultima, incidono in modo assai meno rilevante le proteste delle emittenti locali, gravemente penalizzate dal digitale terrestre, sia per quanto concerne le difficoltà economiche provocate dal passaggio, sia per la questione ancora aperta della numerazione automatica (LCN) dei canali digitali.

Il governo ha intanto annunciato lo stanziamento di 53,5 milioni di euro per la campagna di comunicazione del digitale terrestre. Di questi 12 milioni saranno impiegati per l’informazione sulle tv locali che trasmettono nelle regioni prossime allo switch-off. 7 milioni di euro invece saranno stanziati per l’oramai famoso e infausto call-canter nazionale del numero di assistenza 800.022.000. Altri 7 milioni saranno usati per la campagna stampa. La somma di questi fondi raggiunge una cifra consistente che dovrebbe essere utilizzata per informare adeguatamente il cittadino, si spera in modo assai più efficacie delle campagne di informazione del 2009. Inoltre solamente 8 milioni saranno destinati ai lavori tecnici del passaggio alla tv digitale, perchè molte di queste operazioni sono a carico delle tv private nazionali e locali.  E infine i rimanenti 19,5 milioni rimpingueranno i fondi per il contributo statale per l’acquisto dei decoder. Ma se il numero di richieste di contributi, generato dallo scarso livello di informazione, sarà simile a quello registrato nel 2009, (per fare un esempio a campione si sono verificatie solo 30 mila richieste su 140 mila aventi diritto in Campania, solamente 17 mila su 130 mila aventi diritto nel Lazio, solo 13.200 richeste su 100 mila aventi diritto in Piemonte) dove andranno mai a finire questi soldi pubblici non spesi?

Nel 2010 dovrebbe anche tenersi (finalmente) la gara di assegnazione delle cinque frequenze del digitale terrestre lasciate libere dallo sconsiderato dividendo digitale italiano monopolizzato da Rai-Mediaset. In realtà i canali a disposizione di nuovi soggetti del mercato media tv sarebbero solamente tre, perchè due di questi potrebbero essere riassegnati ai soliti network dominanti, cioè Mediaset, Rai e Telecom Italia Media. Per questo motivo la Commissione Europea sta indagando sull’effettiva regolarità della gara e da diversi mesi in attesa di un giudizio si attende la formulazione del bando da parte dell’Agcom.

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