Il governo taglia la pubblicità di Sky

E ci risiamo. Senza nessuna vergogna i ministri di questo governo, preso di mira dalle statuette, continuano imperterriti a distorcere il mercato della tv e favorire l’azienda di famiglia del premier convalescente. All’interno di una bozza di legge che dovrebbe prendere in considerazione delle indicazioni della Commissione Europea, è stato inserito un provvedimento che limita la trasmissione di pubblicità nelle tv a pagamento al 12% per ogni ora di programmazione (prima era il 18%).

La norma, inserita ad arte nel disegno tra i vari articoli, pone un limite anche alle altre pay-tv, come ad esempio Mediaset Premium, ma nei fatti concreti colpisce pesantemente (ancora una volta) il network Sky di Rupert Murdoch.

Dopo l’innalzamento dell’Iva al 20% per le tv a pagamento, e il curioso e interessato ritardo del Ministero per le comunicazioni sul lancio del canale Cielo sul digitale terrestre, i geniali rappresentati del governo si intromettono ancora in modo scorretto nel mercato televisivo. Il provvedimento in pratica limiterebbe la messa in onda di spot sui canali pay, e perciò proprio sulla piattaforma satellitare di Sky.

Mediaset, azienda leader nella raccolta di pubblcità in tv (raccoglie più del 60% del mercato), così facendo avrebbe il via libera per gestire la propria pubblicità sui canali in chiaro, cercando di non fare troppa concorrenza tra le proprie offerte. Il disegno di legge concentrandosi essenzialmente sulle pay-tv e sui guadagni pubblicitari delle tv private ignora i problemi di bilancio della Rai, creati anche dal mancato rinnovo di contratto con Sky.

Ciò che fa più riflettere però è il resto del testo dello sciagurato decreto. In modo assolutamente incoerente con le norme sopra citate la legge liberalizza selvaggiamente la pubblicità della tv, espande fino al 22%  il limite massimo di spot a giornata per le emittenti private, allarga e arricchisce le interruzioni pubblicitarie all’interno dei film e degli eventi sportivi e nelle trasmissioni per bambini.

Infine il disegno di legge prospetta nuove regole sul rilascio delle autorizzazioni ai nuovi competitor del mercato tv via satellite. Per evitare nuovi sospetti e imbarazzi, come nel caso del nuovo canale Cielo sul digitale terrestre (ma anche su Tivù Sat), d’ora in poi le concessioni saranno rilasciate dal Ministero (entro i 60 giorni di valutazione), mentre fino a pochi giorni fa erano di competenza dell’Autorità Garante per le comunicazioni, colpevole di avere rilasciato l’autorizzazione a trasmettere su Tivù Sat in sole 24 ore.

Fonte: repubblica.it

Aggiornamento 21/12/2009: lo Schema di decreto legislativo è stato approvato dal Consiglio dei ministri.

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