Regione Piemonte: fondi per i problemi del dtt

Da Primaonline.it (fonte AGI):

Torino, 21 ott – “Stiamo aiutando i cittadini e le emittenti locali ad affrontare questa delicata fase di transizione”. Cosi’ la presidente della regione Mercedes Bresso nel giorno in cui il consiglio regionale del Piemonte ha dato il via libera alla nuova legge che regola gli interventi a favore dell’informazione e della comunicazione radiotelevisiva ed informatica sul territorio regionale. “La legge rappresenta – sottolinea Bresso – uno dei successi della nostra attivita’ di Governo: la precedente normativa risaliva al 1990 e denunciava i segni del tempo, tanto piu’ visibili in una materia in cosi’ rapida trasformazione”. E la nuova norma, di cui sono destinatari le emittenti radiotelevisive locali e le testate giornalistiche edite unicamente sulla rete Internet, che abbiano sede legale ed operativa in Piemonte , punta, tra l’altro, a sostenere il sistema dell’emittenza televisiva locale nell’attuale fase di transizione al digitale terrestre.

Per aiutare le emittenti locali nel sostenere gli investimenti necessari, la regione ipotizza, invece, l’apertura di un bando da finanziare con fondi europei. Le somme messe in campo, ha spiegato la presidente Bresso, serviranno anche per facilitare il passaggio al digitale nel Piemonte Orientale, previsto per l’autunno 2010. In questa area, e’ stato osservato, “si prevede gia’ il rischio che la potenza dei ripetitori Rai nazionali possa oscurare tutte le emittenze locali, inclusa Rai3″.

“Per questo – spiega Bresso – abbiamo fatto introdurre le modifiche necessarie a finanziare la legge con due milioni di euro fra il 2010 e il 2011″. Nell’immediato i problemi aperti sono dal passeggio al digitale, innanzitutto, la mancata ricezione del segnale Rai in alcune zone montane e le difficolta’ finanziarie incontrate dalle piccole emittenti locali, che non hanno risorse sufficienti per adeguarsi al cambiamento. Sul fronte montano, la regione spendera’ circa 400mila euro destinati all’adeguamento dei ripetitori che non rientrano fra quelli oggetti di interventi da parte della Rai o fra quelli che ricevono finanziamenti ministeriali. Sono circa il 40% del totale e per ognuno si prevede una spesa di circa diecimila euro.

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