Governo e DTT: varata la legge anti-sanzioni UE

11 giugno 2009 – Il Senato ha approvato  la Legge Comunitaria 2008, con 147 voti a favore, con la totale assenza dell’opposizione e dopo ben due sedute per mancanza del numero legale di senatori (saranno già in vacanza!). All’interno della suddetta legge è stato studiato il modo tutto “italiano” per chiudere la procedura di infrazione dettata dall’Unione Europea sulla famigerata e illegale Legge Gasparri del 2004 sulla tv digitale terrestre.

Il testo accoglie la delibera dell’Agicom dell’aprile scorso che invitava il governo a ripianificare le frequenze del digitale terrestre per mettere a libera disposizione i 5 multiplex in un un gara pubblica.

Oltre alle ignobili disposizioni di legge sulla vendita di alcool e sull’ulteriore allargamento  del potere privato sulla Banca d’Italia (in teoria pubblica), la Legge Comunitaria dovrebbe impedire le sanzioni intimate dalla Commissione Europea nel 2006 con la prima lettera di mora, che accusava la legge Gasparri di dare un chiaro vantaggio ai media tv italiani già in posizione dominante (Rai e Mediaset) nella transizione al DTT. In questi anni  la distribuzione pilotata di canali ha danneggiato i nuovi media tv emergenti come ad esempio Europa 7 che non hanno mai avuto la possibilità di trasmettere.

Secondo le disposizioni dell’Agicom e della UE, l’Italia deve provvedere all’adozione di una nuova pianificazione sul dividendo digitale che riguarda le nuove reti che si libereranno con il passaggio alla nuova tecnologia e  deve inserire questi criteri in una norma primaria di legge. Inoltre lo Stato italiano è obbligato alla realizzazione di una gara pubblica per l’assegnazione delle nuove frequenze.

Secondo Romani, il vice ministro allo Sviluppo Economico, questa Legge Comunitaria definisce la prima parte di queste imposizioni della Comunità Europea, e “promette” che sarà fissata a norma di legge una nuova pianificazione e sarà eseguita l’asta pubblica. Ma in realtà la gara per l’assegnazione delle frequenze dei multiplex non sarà mai ad accesso libero, perchè non è stato rivisto l’articolo 45 , reo di distribuire il segnale a Rai e Mediaset in primis. Insomma la vicenda della posizione dominante illegale delle tv italiane, che va avanti così da quasi 10 anni, continua ad essere sospinta da cavilli burocratici e legali e da false promesse ispirate dagli interessi del capo del governo. Una politica delle telecomunicazioni che si scontra frontalmente con l’economia europea e che porterà direttamente lo Stato, cioè noi, a subire probabilmente una pesante sanzione amministrativa e a deteriorare ancora più l’immagine del nostro pease.

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