Diritti tv calcio: la sfida senza regole tra Mediaset e Sky

serieaPer conoscere il risultato dell’asta dei diritti tv dei campionati di Serie A 2015-2018 si dovrà attendere lunedì 23 giugno. Anche se, in verità, la gara sarebbe stata già vinta da Sky.

La Lega Calcio infatti, data la complessità dell’asta e le polemiche scaturite dopo l’apertura delle buste con le offerte degli operatori tv, dovrà concludere una serie di approfondimenti per comunicare nell’assemblea dei club di Serie A l’esito della gara che si è chiusa il 5 giugno scorso. Per ora la Lega e Infront non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali. Ma dal 5 giugno è un rincorrersi di voci e di indiscrezioni. E di battibecchi tra Sky e Mediaset, gli operatori dominanti che si giocano la partita per i diritti tv.

La base di partenza era 850 milioni di euro all’anno per il triennio 2015-2018. La Lega ha messo a gara cinque pacchetti: A) tutte le partite delle 8 squadre principali (248 match) solo per la piattaforma satellitare. B) Stessa offerta (248 match) ma solo per il digitale terrestre. C) Tutte le partite delle altre 12 squadre (132 match a prescindere dalla piattaforma). D) Interviste e spogliatoi. E) Qualche partita su Internet. In base al regolamento la Lega Calcio può decidere di non assegnare nulla e andare a nuova gara qualora per uno solo di questi pacchetti non vi sia stata offerta oppure sia stata inferiore alla base d’asta.

All’apertura delle buste, Sky avrebbe offerto 355 milioni l’anno per le partite delle 8 squadre principali sulla piattaforma satellitare e 420 milioni per il digitale terrestre, 120 milioni per le altre 12 squadre. Mentre Mediaset avrebbe offerto 350 milioni per il pacchetto A, tra i 280 e i 300 per il pacchetto B e tra i 301 e i 306 milioni per il C. La partita a questo punto sembrava chiusa in favore della pay-tv di Ruper Murdoch. E invece il Biscione sta tentando di riaprire i giochi invocando lo spirito Antitrust della Legge Melandri, che impone che nessun operatore può acquistare e trasmettere in esclusiva tutti i diritti tv. E inoltre Cologno Monzese minaccia sottobanco un ricorso al tribunale civile che potrebbe mettere ancora più in crisi il calcio italiano.

Ambienti della Lega Calcio fanno capire che la strada sarà perseguire da un lato la massimizzazione degli introiti e dall’altro la coerenza normativa nel rispetto della Legge Melandri e dell’Antitrust, che nel validare le linee guida del bando di gara ha richiamato il rispetto della pluralità di piattaforme e di operatori per evitare posizioni dominanti. Dunque, semplificando, gli scenari che si aprono potrebbero essere tre: nuova gara perché uno dei cinque pacchetti è andato deserto o sotto la base d’asta; assegnazione dei pacchetti al miglior offerente ma con il rischio di riscorsi in caso di concentrazione delle piattaforme in un unico operatore; selezione delle migliori offerte tenendo conto della diversità di piattaforma e di operatore (in questo caso la Lega incasserebbe da Sky e Mediaset oltre 1 miliardo di euro all’anno).

Fonti: La Repubblica | Il Corriere della Sera

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