Copyright: l’Agcom sequestra il Web. Pubblicato il regolamento sul diritto d’autore online

Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha adottato con voto unanime il famigerato regolamento per la tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica. Il provvedimento, si giustifica l’Agcom, non riguarda gli utenti finali. Ma permetterà di aprire un procedimento punitivo su richiesta d’istanza da parte del titolare del diritto. Il regolamento entrerà in vigore il 31 marzo 2014.

Dopo una lunga e crititcata consultazione pubblica e dopo un confronto con la Commissione europea, che non ha dato a sostanziali modifiche al documento, l’Agcom si autoelegge «arbitro unico di ogni controversia relativa alla pubblicazione nello spazio pubblico telematico di qualsiasi tipo di contenuto sonoro, audiovisivo, fotografico, videoludico, editoriale e letterario. I giudici – quelli veri e togati – delle sezioni specializzate di proprietà intellettuale sono, di fatto, esautorati di ogni funzione almeno in relazione alla tutela dei diritti d’autore online» commenta Guido Scorza dal suo blog.

L’Autority infatti, per contrastare la pirateria digitale, avrà il potere di imporre a un Isp la rimozione di un qualsiasi contenuto pubblicato in Rete (rimozione selettiva dell’ “opera digitale” che viola il diritto d’autore o, in caso di violazione massiva, la disabilitazione dell’accesso a tali opere), anche se – afferma una nota dell’Agcom –  il regolamento non riguarderà gli utenti finali.E, nel caso di inottemperanza dell’ordine dell’Autorità imposto all’Internet Service Provider, è prevista una sanzione pecuniaria da circa 10mila a circa 250mila euro.

«Siamo appena entrati nel guinnes dei primati: siamo l’unico Paese in Europa nel quale un’Autorità amministrativa può ordinare la cancellazione di un contenuto dal web e disporre che gli internet service provider – tutti – dirottino il traffico diretto verso una determinata pagina o un’intera piattaforma. Nel testo approvato ieri non c’è traccia di quell’equilibrio tra gli interessi dei titolari dei diritti e le libertà degli altri utenti, ed ancor più sbilanciato dalla parte dei primi rispetto a quello presentato in consultazione pubblica» continua Guido Scorza.

Secondo l’avvocato Fulvio Sarzana, «l’Autorità per le comunicazioni ha impugnato il forcone , dopo aver fatto una consultazione-farsa. Nel testo definitivo, ad una prima lettura, non è stato cambiato nulla, a dispetto di ciò che avevano affermato in questi mesi gli esternatori dell’Autorità. Sono rimaste tutte le sanzioni, tutti i soggetti, tutte le assurdità  emerse in mesi di dibattito svoltosi al di fuori delle mura di via Isonzo, ed anzi le procedure di armonizzazione delle procedure di notice and take down, che avrebbero potuto forse creare un contesto propositivo, sono state eliminate. L’Agcom ha pubblicato il regolamento definitivo sul diritto d’autore, a dispetto di critiche e preoccupazioni da parte dell’opinione pubblica».

«Inoltre il testo definitivo del Regolamento – scrive Scorza –  fa emergere in modo plateale una delle più grandi balle sin qui ipocritamente raccontata dall’Autorità: quella secondo la quale il provvedimento avrebbe avuto ad oggetto solo le condotte di pirateria cosiddetta massiva». Invece il nuovo regolamento punta e condanna «tutte le condotte di violazione dei diritti d’autore online: piccole o grandi che siano. Lo rivela – senza spazio alcuno per ambiguità e ipocrisie – la lettura dell’articolo nove che disciplina il procedimento sommario abbreviato, un’autentica creatura da codice militare di guerra. La disposizione, infatti, prevede espressamente che nell’ipotesi di “violazioni di carattere massivo”, l’Authority proceda con super-urgenza, confermando così che anche laddove la condotta segnalata non abbia carattere “massivo”, si procederà comunque ma a velocità normale».

«A questo punto – conclude Scorza – ogni ulteriore riflessione e confronto con l’Agcom diventa sostanzialmente inutile e non resta che interessare della questione i giudici amministrativi, eventualmente quelli della Corte Costituzionale, di quella europea e, forse, di quella dei diritti dell’uomo. Toccherà a loro ripristinare la legalità, valutando se il regolamento rispetta le leggi del nostro Paese, la Costituzione, l’Ordinamento europeo e, soprattutto, i diritti fondamentali dell’uomo».

Fonti: scorza.blogautore.espresso.repubblica.it | fulviosarzana.it | ansa

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