Mediaset: nuovi canali tv free in Francia, Germania e Uk

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Mediaset con Vivendi pensa di aprire nuovi canali della televisione free in Francia, Germania e Regno Unito

Secondo Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente e amministratore delegato di Mediaset, «la tv generalista è il medium del futuro». E nel futuro del gruppo potrebbe non esserci solo l’Italia. «Ci stiamo guardando in giro sulla televisione free per canali da creare o acquistare in Francia e Germania ma anche Uk, anche se andrà valutato l’impatto di Brexit».

Pier Silvio Berlusconi ci tiene a precisare che sono «pensieri». Ma sono pensieri in cui futuro e passato si mescolano e si intrecciano. E così torna in primo piano la cara vecchia tv generalista, ma si riaffaccia alla memoria anche qualche passata esperienza oltreconfine, come quella sfortunata di La Cinq negli anni 80 in Francia e il tentativo su Prosieben in Germania.

Parlando con i giornalisti al termine della presentazione dei palinsesti autunnali delle reti Mediaset si capisce però che l’internazionalizzazione a questo punto appare come un’occasione da non perdere per un gruppo ormai forte e consolidato in Spagna, ma sostanzialmente finora assai legato a una dimensione domestica. Nell’ultimo anno il quadro è cambiato. E proprio lo scambio azionario con Vivendi (del 3,5%) post vendita di Premium (che ha generato una buona plusvalenza) ne è una testimonianza.

«Può darsi che una parte della plusvalenza si usi per i dividendi», ha precisato Pier Silvio Berlusconi pur ammettendo che della possibilità di rimpolpare i 2 centesimi per azione dell’ultimo bilancio «è ancora troppo presto per parlare ». In generale però sono state liberate risorse per rafforzare la strategia del gruppo che, sottolinea l’ad Mediaset, diventerà «il secondo azionista industriale» di Vivendi. Il frutto di questo accordo sono «due innovativi progetti che puntano allo sviluppo: la creazione di una major per la produzione di contenuti internazionali e la costruzione del primo polo paneuropeo di film e serie on demand sul web». Progetti che matureranno nel 2017.

Tutto però è disceso dalla vendita di una Premium che in un solo anno ha svestito l’abito di protagonista passando di mano, ma con «abbonati stabili ben sopra i 2 milioni e una spesa mensile per cliente cresciuta di 3 euro». Senza l’operazione Champions «Premium non avrebbe resistito», ma comunque la pay-tv ha collezionato un rosso da 83 milioni nel 2015 e 63 nel primo trimestre. «Premium è in linea con i piani che prevedono il break even al terzo anno» ha replicato l’ad di Mediaset precisando che dentro la società venduta «c’erano i soldi della vendita della quota a Telefonica e nulla è cambiato».

Insomma Premium («che – dice l’ad di Mediaset – penso che ora possa crescere in un gruppo che ha Canal+ in Francia ed è in Telecom in Italia» visto che «la convergenza fra tv e tlc è il futuro ») si ritroverà una cassa di circa 120 milioni al closing atteso per fine settembre al massimo. Ora però c’è da guardare al futuro in cui il medium protagonista sarà «la tv generalista», anche come «parte di un sistema che ogni giorno è in grado di raggiungere 40 milioni di contatti» e che passa da web (1,7 miliardi di video visti in un anno), on demand (con Infinity e i suoi 600mila abbonati), cinema (Medusa e Taodue che nel 2016 hanno festeggiato al botteghino per “Quo Vado”) e radio.

Qui c’è l’altra forte scommessa del Gruppo, dopo il closing dell’affaire MediasetFinelco che ha portato alla nascita di RadioMediaset – il polo da 9,7 milioni di ascoltatori al giorno e 70 milioni di ricavi pro forma al 2016 – in cui sono state raccolte le partecipazioni in R101, Virgin Radio e 105. «Faremo utili già alla fine del primo anno», spiega l’ad Mediaset. Rmc rimarrà al fondatore di Finelco Alberto Hazan, ma ci sarà una partnership operativa. A ogni modo a Cologno sono allo studio progetti per esaltare la complementarietà fra tv e radio.

Soddisfazione infine per la pubblicità, con «una crescita vicinissima al 4% nei primi sei mesi». Le previsioni degli esperti «erano di un +2,5%-3% come mercato italiano: quindi Mediaset sta facendo meglio. Sono 13 mesi in cui la pubblicità continua a crescere».

Fonte: Il Sole 24 Ore

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