Wind – 3 Italia, sfuma la fusione

Niente da fare. Dopo mesi di negoziati e trattative serrate, sfuma il clamoroso accordo di fusione tra Wind e 3 Italia. Per Jo Lunder, ad del gruppo russo Vimpelcom, socio di maggioranza di Wind, la vendita di Wind non rappresenta al momento un’opzione per il colosso internazionale delle tlc, e non saranno prese al momento decisioni in merito.

A quanto pare, secondo lastampa.it, le trattative con 3 Italia non sono andate a buon fine, e le nozze tra i due operatori tlc sono forse definitivamente tramontate. Lunder, che ha parlato agli analisti nel corso della presentazione dei conti 2013 di Vimpelcom, non ha voluto fornire altri dettagli. Ma secondo fonti finanziarie, a impedire il via libera alla fusione è stato un problema di prezzo e valutazione degli asset di Wind e di 3, il gruppo controllato da Hutchison Whampoa, la conglomerata del magnate cinese Li Ka Shing.

I negoziati per la possibile fusione sono andati avanti per mesi tra Li Ka Shing, il miliardario russo Mikhail Fridmann, che possiede Alpha Bank, e il Fondo sovrano norvegese, azionista di Telenor, che insieme a Fridmann controlla Vimpelcom. La notizia di trattative per unire Wind a 3 era circolata già alla fine del novembre scorso. Rilanciata da un report della casa d’affari Bernstein, che dava come probabile un accordo in tempi brevi e citava come fonte della notizia l’ad di Telecom Italia, Marco Patuano. Circa quattro anni fa 3 Italia e Wind tentarono una prima fusione – alleanza. Ci provò il tycoon egiziano Naguib Sawiris, allora socio principale di Wind, ma anche in quell’occasione fu un problema di prezzo a far naufragare la loro relazione.

Wind, che ieri insieme a Vimpelcom, ha diffuso i conti 2013, ha deciso quindi di correre da sola, puntando sulla crescita nella telefonia mobile residenziale, dove è a un passo dal raggiungere la quota di mercato di Telecom. L’operatore tlc di proprietà di Vimpelcom, nato nel 1997 da un investimento congiunto di Enel, France Télécom e Deutsche Telekom, ha registrato nel 2013 un vero e proprio boom dei ricavi dall’internet mobile, mentre i ricavi complessivi e la redditività risentono del taglio delle tariffe di terminazione e della negativa congiuntura economica del paese.

Nel dettaglio i clienti da telefonia mobile sono infatti cresciuti del 3,0% salendo a 22,3 milioni mentre i ricavi da internet mobile sono schizzati in su del 35,2%.  Interessante anche la performance da ricavi broadband fisso (+8%), mentre per quanto riguarda i ricavi totali sono risultati pressochè stabili rispetto al 2012 (4.983 milioni di euro) al netto dei tagli della terminazione mobile (-0,9%), mentre la flessione e’ dell’8,3% in termini assoluti. L’ebitda del 2013 si attesta a 1.944 milioni di euro con una contrazione del 5,4% mentre la marginalita’ risulta in crescita al 39,0%.

«Wind – si legge in un comunicato – dunque ha chiuso il 2013 realizzando la miglior performance del mercato italiano in un contesto altamente competitivo ancora influenzato dalla contrazione economica del paese. La forza della sua offerta commerciale, da sempre caratterizzata dai principi di chiarezza, trasparenza e semplicità, ha permesso a Wind di incrementare la propria quota di mercato e la base dei clienti mobili, nonostante l’aggressiva pressione promozionale avvenuta soprattutto durante l’estate».

Nel 2013 Wind ha continuato a generare cassa realizzando un Ebitda-Capex che supera il miliardo e cento milioni di euro, stabile rispetto all’anno precedente. L’ARPU mobile scende rispetto all’anno precedente attestandosi a 12,3 euro a causa della forte diminuzione della componente voce, dovuta sia alla pressione competitiva che ai tagli alla tariffa di terminazione, in parte compensata dall’aumento dell’ARPU dati che si attesta a 4,3 euro. La decrescita dell’ARPU voce è anche influenza dalle offerte Wind solo dati per PC e tablets che non generano ricavi voce. L’ARPU totale del fisso nel 2013 raggiunge i 30,7 euro in leggera diminuzione rispetto al 2012 (-1,7%) con la riduzione della componente voce quasi del tutto compensata dalla crescita dei dati. L’ARPU broadband aumenta dell’8,2% a 20,3 euro come risultato della maggiore penetrazione dei clienti dual-play spinti dalle offerte convergenti fisso-mobile degli innovativi pacchetti ”All Inclusive”.

Fonti: lastampa.it | ASCA

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