Diritti tv calcio: Mediaset batte Sky e conquista la Champions League 2015-2018

Mediaset batte Sky e conquista i diritti tv per la Champions League in esclusiva. Quasi 700 milioni di euro per il triennio 2015-2018. Poco meno di 250 milioni di euro l’anno. A Sky rimane l’esclusiva per l’edizione 2014-2015 di quella che fu la Coppa dei Campioni.

Con questa mossa Mediaset conferma le indiscrezioni sulla ricerca di un partner industriale che investa tanti soldoni per il suo asset a pagamento Premium. Si prospetta infatti la nascita di una newco che unirà le sue attivà pay italiane e spagnole. Con 2,2 milioni di abbonati in Italia, la tv a pagamento del Biscione dal 2015 spenderà solo in diritti televisivi circa 500 milioni di euro per il calcio e altri 100 milioni tra film e serie televisive.

Dal momento del lancio, Premium non ha ancora generato utili, ma almeno ha smesso di perdere soldi dopo aver svalutato 200 milioni di euro di diritti lo scorso anno. Secondo gli analisti, per mettere in sicurezza i conti la soglia di abbonati dovrebbe superare quota 2,5 milioni: un obiettivo raggiungibile con la Champions League. A patto di superare indenne il prossimo anno.

L’accordo di non belligeranza siglato due anni fa tra Cologno Monzese e Sky, con lo scambio di diritti tv per Champions e Europa League scadrà a giugno. E ora le parti, che non sembrano proprio orientate alla proroga, si preparano a una nuova guerra nel mercato della tv a pagamento.  L’anno prossimo, quindi, il canale satellitare di Ruper Murdoch avrà tutta la Champions League in esclusiva lasciando a bocca asciutta Mediaset. Che però avrà modo di rifarsi dall’anno dopo, quando per guardare Messi e soci bisognerà passare dalla pay satellitare a quella terrestre. Di contro, dalla stagione 2015 sino al 2018, tutta l’Europa League sarà trasmessa in esclusiva su Sky, che si è aggiudicata la gara di attribuzione dei diritti tv.

La mossa a sopresa di Mediaset (che ha messo sul piatto 70 milioni in più all’anno di quelli che paga Sky) potrebbe essere parte di una strategia negoziale per attrarre un partner di peso. Con l’integrazione della attività di Premium tra l’Italia e la Spagna, Mediaset è diventata un partner appetibile per diversi operatori internazionali. Dalla News Corp di Rupert Murdoch, che avrebbe già bussato alla porta di Cologno Monzese, agli arabi di Al Jazeera del Qatar che sognano lo sbarco in grande stile in Europa. Ma in passato si è parlato anche dei francesi di Canal+ e di TF1, dei tedeschi di RTL, e del gruppo spagnolo tlc Telefonica.

«Un’operazione che porta la spesa per investimenti a 600 milioni di euro l’anno – dice un analista intervistato da repubblica.it – è possibile solo con l’ingresso di un nuovo socio che condivida la scelta industriale o con un aumento di capitale. Difficile che qualcuno possa voler semplicemente rilevare una quota in una società che finora ha bruciato un sacco di cassa».

Di certo negli ultimi quattro anni i tempi sono cambiati. Nel 2010 il numero uno di Mediaset, Fedele Confalonieri, accusava Sky di abuso di posizione dominante per essersi aggiudicata l’esclusiva per la Champions League annunciando una serie di ricorsi. Ora le parti si sono invertite. A dimostrazione che – per quanto si cerchi di minimizzare – il destino della pay-tv passa sempre di più per la disponibilità di contenuti premium: sia in un’ottica “stand alone“, sia in prospettiva di future alleanze. Solo pochi mesi fa British Telecom ha spiazzato BSkyB nel Regno Unito offrendo 300 milioni per l’esclusiva Champions delle squadre inglesi e scozzesi.

Fonte: repubblica.it

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