Rai, Catricalà: “Ipotesi tassa sui media, ma il Canone resta. Lotta a evasione”

Il vice ministro dello Sviluppo Economico con delega alle Tlc, Antonio Catricalà, durante un’audizione in Commissione di Vigilanza Rai, ha proposto nuove regole e un tavolo per discutere sul futuro del canone Rai, per affrontare il tema dell’evasione e rispondere alle nuove esigenze del mondo della comunicazione.

Per quanto concerne il cosiddetto abbonamento al servizio pubblico tv si potrebbe prendere come «faro di orientamento» una «imposta generale sui media» che si sta imponendo in Europa. Ad ogni modo, ha dichiarato Catricalà, «prima di riaprire il tavolo sul canone bisogna firmare il contratto di servizio», scaduto lo scorso dicembre, tra il Mise e l’azienda.

Insomma il canone Rai, la tassa più odiata degli italiani e meno pagata, potrebbe finire in soffitta. Anzi no. Per ora solo ipotesi e – come precisato da Catricalà – al momento «esiste il canone e non sono in vista sistemi di finanziamento diversi, dobbiamo fare in modo che tutti lo paghino per rendere la Rai migliore. Il livello di evasione ha raggiunto livelli insopportabili». Il viceministro ha quindi elencato le soluzioni adottate all’estero. «In Europa – ha detto – si va abbandonando il concetto di canone a favore di un’imposta generale sui media. In Austria, Germania, Finlandia, Islanda, Svezia e Svizzera si va affermando una tassa a carico del nucleo familiare, che prescinde dall’apparecchio e che tiene quindi conto dell’evoluzione verso la convergenza tecnologica».

Catricalà ha citato anche il caso della Grecia, dove il canone viene addebitato nella bolletta per i consumi elettrici. «Un sistema facile a dire – ha sostenuto – ma difficilissimo da realizzare». Ma «il vero tema di fondo – ha concluso Catricalà – e forse l’unica vera grande ragione per giustificare la lotta all’evasione del canone, ma addirittura le motivazioni del suo pagamento non può comunque prescindere da un recupero di credibilità della Rai e dalla sua missione di servizio pubblico. Più la gente crede nel servizio pubblico, più favorevolmente viene accolta la lotta all’evasione, più si recupera, maggiori sono gli introiti della Rai, minore è la sua dipendenza dalla pubblicità, più elevato è l’investimento nella produzione audiovisiva e nella cultura».

Il viceministro ha aggiunto che il tavolo sarà aperto solo dopo la firma del contratto di servizio tra Ministero e Rai, scaduto lo scordo dicembre. Il testo – ha reso noto – è stato trasmesso ieri all’azienda pubblica, che farà le sue valutazioni e lo sottoporrà all’attenzione del cda. Ai primi di settembre il contratto sarà consegnato alla Commissione di Vigilanza, che deve esprimere un parere non vincolante. «Abbiamo cercato di mettere a punto delle norme che diano, a costo zero, il massimo della trasparenza – ha spiegato Catricalà -. Questo contratto di servizio è diverso dal precedente in vari punti, ma soprattutto rende verificabili gli adempimenti e gli inadempimenti, che era la maggiore difficoltà avvertita fino ad ora dall’Agcom. E’ prevista anche una norma per rispondere alle esigenze di trasparenza sui costi relativi agli stipendi dei dipendenti».

Il cda Rai, invece, nega la richiesta avanzata dal Movimento 5 Stelle in Commissione di Vigilanza per conoscere in dettaglio appalti e commesse della Rai. Nel consiglio di amministrazione, la dirigenza Rai ha spiegato di voler chiedere sul punto, tramite l’azionista Ministero del Tesoro, il parere dell’Avvocatura dello Stato, in quanto la richiesta potrebbe violare la normativa esistente in materia di riservatezza aziendale. Una linea sostenuta dall’azienda e condivisa dall’intero cda. Nella riunione è stata portata dal dg Luigi Gubitosi anche un’informativa sul rinnovo triennale del contratto di Fabio Fazio dal 2014 al 2017. Il rinnovo, che sarebbe stato motivato anche con la conduzione di Sanremo del prossimo anno, prevede una riduzione del compenso del 10% da 2 milioni a 1,8 milioni. La decisione ha creato qualche malumore in alcuni consiglieri di centrodestra in cda, perché a loro parere presa irritualmente in anticipo.

Fonti: Ansa | repubblica.it

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