La Lombardia fa click sulle Web Tv, e il boom del citizen journalism contagia anche le istituzioni

Da un articolo di Roberto Rotondo su Il Corriere della Sera ed. Milano del 1 aprile 2012:

Un clic sul pc, a cavallo tra internet e televisione. Ad accendersi è la «tua» televisione: mirata e attiva. È la Web Tv, la tv del domani. Fenomeno in ascesa, pronto a diventare business. Ce ne sono 590 in Italia, 85 in Lombardia: 46 a Milano e provincia, il resto sparse su tutto il territorio regionale.

Una parte significativa, 14, ha sede a Varese, che ormai è una sorta di distretto dell’informazione (e dell’intrattenimento) sul web. All’ombra delle prealpi, tra gli altri, il sito Varesenews.it è attivo dal 1997 e viaggia sulle 70 mila visite giornaliere nel complesso: ha come socio anche la Confindustria locale, giornalisti professionisti, e ha una web tv dal 2005. Malpensa24.tv è una web tv che serve i comuni intorno a Somma Lombardo e documenta anche le vicende aeroportuali. Primopianoitalia.tv segue lo sport locale.

Il mezzo è diffuso anche in sede istituzionale: la Confapi realizza un tg web settimanale, il comune di Busto Arsizio trasmette on line i consigli comunali nella sua web tv che ha dedicato a Enzo Tortora, il presentatore che, negli anni Settanta, fu tra i fondatori proprio a Busto di Telealtomilanese. Milano offre una grande varietà di siti. La vecchia Seimilano è diventata C6.tv: segue dalla cronaca alla cultura, e ha sede anche a Roma. Esempi tematici sono Esemplaretv.tv che si dedica all’arte, oppure Eticatv.net che racconta le storie di chi vive il mondo della solidarietà.

Un capitolo a parte è quello del web dedicato agli stranieri, in costante espansione. Ai bordi della metropoli ci sono realtà frizzanti come Garbagnate, dove è nata Garben.tv, definita un «urban blog». A Legnano un gruppo di amici ha fondato Legnanowebtv.com, che viaggia sugli 11 mila contatti mensili. In Valtellina è costantemente aggiornato il sito Vaol.it, che ha una buona parte video, mentre parte da Sondrio Montagna.tv che si configura come web tv e sito di informazione tematico. A Monza, Briganzia.org, punta sulla tv partecipativa e offre una rassegna di episodi della vita locale.

Alcune web tv sono molto professionali, altre decisamente amatoriali. Ma c’è posto per tutti: «Per fondarne una possono bastare 5 mila euro l’anno — spiega Giampaolo Colletti, presidente dell’associazione Altratv, che ogni anno redige il rapporto nazionale Netizen —; la Lombardia sta registrando un boom del fenomeno. Le web tv che si consolidano in genere sono di due tipi: quelle a base territoriale, che postano video con immediatezza quotidiana, e privilegiano la notizia, e altre imprese che noi definiamo verticali, ovvero basate su gruppi e temi specifici. Ad esempio, Storiedigitali.net di Milano è una web tv che digitalizza tutti i filmati di archivio, oppure Polartv.net a Bergamo è fatta da ragazzi ed è legata alle tematiche giovanili. Una vera curiosità è infine Pierodasaronno.eu, un sito nato da un pensionato che ha deciso di raccontare la sua città».

Il punto debole sono i soldi: sono poche le realtà che davvero camminano con le proprie gambe. Il periodico dell’Ordine dei giornalisti lombardi Tabloid ha recentemente definito il fenomeno delle web tv come una foresta di «cantastorie digitali». «È un giornalismo nato dai cittadini — spiega il giornalista Paolo Pozzi — che ha avuto tre fasi. Le prime radio libere degli anni 70, poi la nascita dei siti internet di informazione negli anni Duemila, e adesso la loro evoluzione in web tv». C’è anche un premio nazionale ispirato ai Telegatti, ovvero i Teletopi. Tra i vincitori di quest’anno figura l’Università Cattolica di Brescia, che con la suaweb tv Youcatt.it, nella sezione migliore web tv universitaria, grazie all’ottima qualità dei suoi servizi. Ma l’ambito scolastico è ormai maturo: i principali atenei si stanno tutti dotando di web tv, dalla Bocconi al Politecnico, dall’Università di Pavia e alla Statale di Milano.

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