Servizio Pubblico: ancora buoni ascolti sul canale Cielo del digitale terrestre (1,76% di share)

Nella tredicesima puntata di ieri, giovedì 9 febbraio, Servizio Pubblico di Michele Santoro è stato ancora una volta il primo programma d’informazione della serata con 1.534.526 telespettatori sulla tv digitale (share del 5,93%), e con una grande partecipazione sui social network, con la maggioranza di trending topic dedicati a noi e #serviziopubblico 1° su Twitter.

Il trend positivo di audience continua anche sul digitale terrestre sul canale Cielo, visibile al canale 26, dove la trasmissione, nella puntata intitolata “L’uscita di sicurezza”, ha ottenuto uno share dell’1,76% con 456.000 ascoltatori medi e ben 2,3 milioni di contatti netti. Sul satellite nel canale Sky TG24 Eventi, dalle 21.05 circa, Santoro ha ottenuto un ascolto medio di 226.911 spettatori (617.257 contatti unici), con una permanenza del 37%.

2 thoughts on “Servizio Pubblico: ancora buoni ascolti sul canale Cielo del digitale terrestre (1,76% di share)

  1. LA VERA STORIA DELL’UOMO.
    Da quando l’uomo esiste, il suo primo istinto mirava alla sopravvivenza.
    Sopravvivenza manifesta nella necessita’, principale, di semplificare la concorrenza territoriale, quindi fin dai primi albori sono esistiti uomini che per garantirsi il territorio di caccia cacciavano i più deboli verso la costa .
    Cosi facendo abbiamo popolato la terra, in primo luogo, cercando sempre di eliminare o sottomettere il prossimo, fisicamente e poi intellettualmente, inteso come concorrenza secondo principi di classismo, concretizzato in senso primordiale dagli uomini di montagna sugli uomini di costa con:
    il più forte sul più debole,
    l’uomo sulla donna,
    il bianco sul nero,
    il nord sul sud,
    il ricco sul povero,
    il colto sull’ignorante, ecc.
    Emancipandoci, le distinzioni semplificative, hanno dovuto assumere nuove forme per scavalcare la necessita’ di sottomettere ed eliminare, senza sopprimere con atti di forza fisica manifesta, quindi si sono sviluppati le classi e forze sociali con connotati precisi come:
    i nobili,
    le religioni,
    i partiti, lo stato.
    Le guerre e le epidemie, principalmente, hanno fatto da termoregolatore sociale, controllando principalmente la crescita demografica che rappresenta la prima vera espressione di manifesta concorrenza e massificazione.
    Da sempre il vero segreto, di chi intuiva quale fosse la strada giusta da percorrere, mirava verso la scelta di una casta alla quale appartenere, per evitare quella che possiamo meglio definire SEMPLIFICAZIONE SOCIALE, quindi esclusione a priori.
    Ogni singola espressione o corporazione sociale, richiede un tributo, che per forza di cose da quando il mondo è mondo è sempre stato pagato dal popolo. Quel popolo fatto, fino ad un certo momento storico, di tutti quelli che non hanno compreso quale fosse il vero intendimento meschino razzista e semplificativo da perseguire, per salvarsi in tempo, aggrappandosi ad un zoccolo comunque duro, ancora di salvezza.
    Ed è stato questo popolo che ha sempre lavorato lottato e pagato per tutti quelli che in ordine gerarchico hanno, chi prima chi dopo, tenuto la posizione sui piu’ deboli sui meno protetti sui piu’ soli.
    Oggi la consapevolezza, lenta ma costante, porta ad essere individui più’ dificilmente sottomessi e calpestabili, e le guerre e le pesti (oggi piiù improbabili) non bastano per controllare anche la crescita demografica.
    Le manovre per convincere che i sacrifici economici appartengono a tutti, diventano di difficile gestione quindi, le classi sociali, insaziabili e cancrenizzate in una storica ed egoistica sopravvivenza, impossibilitati ad identificare tributo, causa crescita demografica e conseguente massificazione al solito popolo della gleba come sempre non protetto, ricordandosi che il primo tributo è il voto, demanda al governo tecnico quello che per vergogna e difficoltà è generato dal primordiale istinto di sopravvivenza manifesto in egoismo ed insaziabilità.
    La cosa più interessante è:che ovviamente non si applica un taglio agli sprechi di assunzione e stipendi dati a chi per gerarchia di stato lo percepisce passivamente; no, si chiede a quel solito popolo fatto da tutti quelli che appartengono al nuovo mix di popolo fatto dalla gleba e dalle appendici sociali mollate dai forti per necessità. Queste ultime, Insieme, verranno derubate da quel governo tecnico, che niente deve non avendo chiesto principalmente a nessuno il voto, questo come se appartenesse ad un’altra realtà, e sottolinea: nel caso il popolo non sia pronto al cambiamento Noi possiamo dimetterci. PERCHE’? DI QUALE NOI PARLA?
    La cosa piu’ triste è comprendere la capacita’ delle forze dirigenti di far credere che la crisi dipenda da quel popolo definito come popolo dei non dipendenti che viene indicizzato come assoluto soggetto reo del disastro economico, che in verità, per larga parte, rappresenta quelli che possono creare e definire l’UNICO VOLANO CHE E’ la sana IMPRENDITORIA .
    Questo e’ il modo piu’ facile per mettere contro il popolo della gleba ed il nuovo popolo ripudiato dai padri padroni sostenitori.
    Il sacrificio è necessario, se si vuol salvare lo zoccolo d’uro, necessita portare allo scontro e sfinimento il nuovo sociale cosciente al fine di semplificare la tremenda e incontrollata crescita demografica.
    Lo stato e le sue forti classi gerarchiche, da salvare, continueranno a sopravvivere, il popolo nel panico piu’ totale cadrà nella sua stessa brace.
    La confusione generata non permetterà di ricordare, ai distolti, che il dissesto del nostro paese è da imputare agli zoccoli duri che da troppo tempo, meglio DA SEMPRE, hanno succhiato il nettare alla terra lasciandola apparentemente, arida e secca.
    Non esiste una vera manovra di crescita oggi in atto, perché il vero interesse non focalizza il cambiamento ed il miglioramento sociale, identificato da una trasformazione in atto ancora in divenire che deve trovare un compromesso di convivenza attraverso un NUOVO SOCIALE derivato da un giusto compromesso tra:
    “CRESCITA DEMOGRAFICA E RISORSE DEL TERRITORIO” non pilotabili da sette, partiti, caste o da fondazioni (ultime realtà derivate dalle caste evolute) ma da uomini consapevoli che appartengono ad un mondo in forte trasformazione fatto di tutto e per tutti, fortemente sostenibile.

    29 marzo 2012
    giuseppe antonio longhitano. del tiepolo.

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